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ECONOMIA CIRCOLARE E VALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI COME MATERIA PRIMA SECONDA






            Strumenti di supporto per l’identificazione speditiva

            di discariche minerarie coltivabili.





                                 1
            Giovanna Antonella Dino *
            1
             Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Torino; giovanna.dino@unito.it




             Abstract: La necessità di reperire materie prime (anche critiche) ha indotto i Paesi Europei ad adoperarsi
             per incentivare politiche che mirino alla salvaguardia delle riscorse, al recupero/riciclo da cicli produttivi
             (circular economy) ed alla coltivazione di vecchie discariche, anche minerarie (landfill mining). Al fine di va-
             lutare in modo speditivo se le discariche minerarie (qui da intendersi come veri e propri potenziali giaci-
             menti) risultino essere sufficientemente ricche da divenire potenzialmente sfruttabili, sono qui presentati
             due diversi metodi di indagine: un primo (REEP) più metodologico ed il secondo (DST) più operativo. Si
             tratta di strumenti utili per valutare dove concentrare risorse economiche e tempo da dedicare a più ap-
             profondite fasi di indagine. Tali strumenti di supporto sono stati applicati e validati su 3 siti minerari (due
             chiusi ed uno ancora in produzione) nel nord Italia. Gli strumenti presentati (ed oggetto di articoli scientifici
             dedicati, pubblicati o in corso di pubblicazione), sono in fase di potenziamento.



             Parole  Chiave:  discariche minerarie,   gestione  rifiuti  estrattivi,  materie  prime,  materie  prime critiche,
             prodotti riciclati, economia circolare.







               1.  Introduzione
               Negli ultimi anni l’approvvigionamento di materie prime minerali (RM), in particolar modo quelle critiche
           (CRM), è risultato essere fattore di rischio per l’economia europea. L’Europa, di fatto, dipende sempre più da
           altri paesi per l’importazione di CRM; negli ultimi 10 anni la lista delle CRM è stata aggiornata 3 volte, passando
           da 14 (nel 2010) a 27 (nel 2017). La necessità di reperire RM ha quindi spinto l’Europa ad adottare politiche tali
           da promuovere lo sfruttamento dei rifiuti da discarica (landfill  mining  e  l’enhanced  landfill  mining  -  LFM  e
           ELFM) e da cicli produttivi (Circular Economy), andando ad incentivare da un lato il recupero di RM/CRM/
           SRM con contemporanea bonifica dei terreni inquinanti, e, dall’altro, un sistema economico volto a minimizza-
           re gli sprechi e sfruttare al meglio le risorse. In un sistema circolare, l'input di risorse e gli sprechi, le emissioni e
           le dispersioni di energia e lo spreco dei materiali sono ridotti al minimo.
               I rifiuti (e le discariche minerarie, oggetto della presente ricerca) possono essere viste come riserve per
           l’estrazione di RM/CRM/SRM; diverse ricerche sono state finanziate per studiare come efficientare e potenzia-
           re lo sfruttamento dei rifiuti fluenti e delle discariche estrattive, di cava o miniera (Bellenfant et al., 2013; Ca-
           reddu & Dino 2016; Dino et al. 2015, Dino et al. 2017, Luodes et al. 2012). D'altro canto, è sovente riscontrare
           diversi rischi ambientali e per la salute umana connessi alle discariche minerarie (Azam et al., 2007, González-
           Corrochano et al. 2014; Grimalt et al., 1999; Helios Rybicka 1996, Hudson-Edwards et al. 2001, Lim et al. 2009,
           Schaider et al. 2007, Talavera Mendoza et al. 2016, Tiruta-Barna et al. 2007, WHO 2015). Va notato che la con-
           taminazione delle matrici ambientali vicino alle discariche minerarie dipende in gran parte dal tipo di minerale
           estratto e  dalle  rocce  incassanti,  dai  metodi  di  sfruttamento  (estrazione  e  lavorazione),  dall'efficienza  dello
           sfruttamento, dalla presenza di ambiente alcalino o acido, e dalle caratteristiche idrogeologiche e idrochimiche
           del sito. (Béjaoui et al. 2016, Gray 1997, Plante et al. 2015).


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