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PANGEA Numero 1 Anno 2019


             Si riportano di seguito alcune considerazioni aggiuntive, che riguardano i punti chiave su cui lavorare e i possi-
         bili sviluppi futuri.
             Sono troppi e non monitorati gli escursionisti: non è presente un sistema di monitoraggio che ne quantifichi il
         numero, ma, secondo i risultati di interviste e sopralluoghi, vanno ridimensionati. Inoltre, a riprova del fatto che sia
         necessario trasformare gli escursionisti in turisti, emerge come le strutture alberghiere siano sottoutilizzate rispetto
         alle potenzialità. In particolare, le strutture ricettive presenti hanno una potenzialità di 5.041 posti letto al giorno, il
         che equivale a 1.839.965 turisti/anno che si possono accogliere.
             Tale valore, costituisce l'effettiva Capacità di Carico Turistica di Bergamo, nell'ipotesi di voler incrementare i
         turisti che pernottano rispetto agli escursionisti.
             Bergamo ad oggi non è considerata meta turistica a sé stante, ma viene visitata “per caso”: tappa inserita in un
         giro turistico più ampio, permanenza legata all’aeroporto, viaggio di lavoro, ma, a seguito della visita, la soddisfazio-
         ne è molto alta, a riprova della necessità di affermarsi come meta principale.
             La città Alta presenta notevoli problemi di sovraffollamento, soprattutto durante i weekend e in estate; la città
         Bassa è invece poco conosciuta e valorizzata, anche se avrebbe le potenzialità per interessare i turisti: da qui la ne-
         cessità di far conoscere la città Bassa, anche come soluzione per incrementare la permanenza media, che ad oggi è
         molto bassa.
             Poiché le presenze annuali sono state 563.884 nel 2016 (dati dell’Osservatorio del Turismo), si evince che solo
         il 31 % della disponibilità alberghiera è utilizzata. Se poi, a questi dati ufficiali, si aggiunge un dato “ufficioso” secon-
         do il quale nel 2016 sono stati oltre 2.000.000 i visitatori a Bergamo (fonte, eco di Bergamo), la presenza di escur-
         sionisti è davvero eccessiva. Bergamo deve lavorare per attirare il turista a rimanere più giorni nella città.
             Inoltre, se si considera il flusso turistico mensile, si evince una situazione in cui alcuni mesi sono decisamente
         “sovraffollati”. Addirittura, all’interno dei diversi mesi, sarebbe necessario trattare diversamente i giorni feriali da
         quelli festivi, poiché solo nei secondi si concentrano realmente i flussi.
             Ne deriva che, nei mesi di punta, nei weekend, la CCT è sicuramente superata.
             L’accessibilità e la disponibilità di posti letto rimangono due punti chiave: se, infatti, effettivamente arrivassero
         a Bergamo i tutti i turisti che Bergamo potrebbe accogliere in termini di pernottamenti, il sistema dei trasporti
         (funicolare, parcheggi etc.) probabilmente non sarebbe in grado di gestirli.
             Un’ulteriore considerazione riguarda la necessità di prevedere modalità di visita della Mura più diversificate
         rispetto ai soli camminamenti, soprattutto alla luce della recente nomina UNESCO; inoltre, è importante prevedere

         politiche di diffusione dei valori UNESCO, con una particolare attenzione alla creazione di sinergie con il vicino sito
         UNESCO “Il Villaggio operaio di Crespi d’Adda”.


         5.   Conclusioni

             Il turismo, per la sua natura intrinseca, è un’attività antropica che genera forti impatti sul territorio nel quale si
         sviluppa. L’ambiente naturale e culturale, l’economia locale e la dimensione sociale di una destinazione turistica
         sono fortemente influenzate dalle caratteristiche qualitative e quantitative dei flussi turistici presenti.
             Nel contesto descritto risulta di particolare interesse l’approccio della CCT, intesa non solo come indicatore di
         sostenibilità, ma anche e soprattutto come strumento capace di evidenziare punti di forza e di debolezza di un si-
         stema turistico e di fornire linee guida per la gestione.
             Se è vero che la definizione di CCT rimanda ad un valore numerico - il numero di turisti che può essere tollerato
         da un territorio compatibilmente con il mantenimento degli standard ambientali e di qualità del servizio offerto, da
         calcolarsi tenendo conto dei limiti fisici, sociali, economici ed infrastrutturali – è altrettanto vero che l’interpretazio-
         ne data in questo lavoro allo strumento della CCT va oltre tale approccio.
             E’ convinzione dell’autrice che tale metodologia non debba essere intesa solo come uno strumento di analisi
         dello stato di fatto della situazione attuale, ma anche e soprattutto come un metodo per orientare le politiche di
         gestione dei flussi turistici.
             La CCT quindi come modello aperto e dinamico che, partendo dall’individuazione dei punti di forza e di debo-
         lezza del sistema, si propone di orientare lo sviluppo turistico in modo concertato attraverso la partecipazione atti-
         va delle istanze del mondo economico e sociale.
             La CCT, inoltre, come strumento di supporto alle decisioni e come punto di partenza per la definizione di linee
         strategiche future piuttosto che come punto di arrivo.
             Nel caso specifico di Bergamo, si ritiene che l’applicazione del modello di CCT sia stata molto utile per definire
         punti di forza e di debolezza del sistema turistico e della pianificazione in generale, soprattutto alla luce della recen-
         te iscrizione del sito UNESCO alla World Heritage List.


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