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GEOLOGIA APPLICATA
3.3 Problematiche legate all’assetto idrogeologico
Il gesso presenta una pressoché nulla porosità primaria e la circolazione di acqua al suo interno è completa-
mente affidata ad una permeabilità secondaria dovuta alla presenza di superfici di discontinuità e fratture, condotti
e cavità carsiche esistenti che ne determineranno l’omogeneità o l’anisotropia in termini di permeabilità, trasmissi-
vità e conducibilità idraulica. Nonostante gli strati di gesso messiniani siano generalmente confinati, a tetto e a
letto, da depositi marnoso-argillosi (e quindi sostanzialmente impermeabili), localmente possono crearsi percorsi
preferenziali che permettono il fluire dell’acqua, sia a tetto che a letto, consentendo l’impostarsi di una connessio-
ne idraulica in seguito a processi di dissoluzione a spese della successione di gesso. Tale dissoluzione, inizialmente,
si concentra in corrispondenza alle superfici di tetto e di letto del giacimento gessoso per poi arrivare ad attraver-
sarlo completamente. Le discontinuità di natura stratigrafica (tra cui le superfici che mettono in contatto il gesso
con litotipi differenti) e strutturale (che sono invece rappresentate da fratture, piani di faglia o zone di taglio in cor-
rispondenza delle quali l’acqua è in grado di fluire) risultano particolarmente importanti per l’avvio di circuiti carsi-
ci. Di conseguenza, una approfondita analisi dell’assetto geo-strutturale e stratigrafico risulta anche importante per
prevedere le caratteristiche geometriche di un eventuale circuito carsico.
Le specifiche caratteristiche strutturali dell’ammasso roccioso di gesso possono portare allo sviluppo di sistemi
di circolazione carsica differenti. Anche in contesti stratigrafici molto simili, infatti, il gesso può essere caratterizza-
to dalla presenza di poche fratture localizzate e ben riconoscibili oppure da una fratturazione diffusa che interessa
gran parte dell’ammasso roccioso. Figura 5 mostra due modelli di circolazione carsica all’interno di volumi di gesso
messiniano caratterizzati da questi diversi tipi di assetto strutturale (proposti da Vigna et al. 2017).
Fig. 5 Due possibili circuiti carsici sviluppati in gesso: a. interconnected conduit drainage; b. dispersive circulation (Vigna et
al., 2017
Nel primo modello (interconnected conduit drenaige) la sequenza di gesso è relativamente compatta. Le ac-
que superficiali che si infiltrano dalla superficie e i fluidi che risalgono da livelli più profondi seguendo sistemi di
fratture esistenti nei depositi marnoso-argillosi sovrastanti e sottostanti costituiscono la ricarica del circuito carsi-
co. La circolazione idrica che si viene a creare si concentra all’interno di condotti e cavità, sfruttando le linee di de-
bolezza strutturale dell’ammasso di gesso, quali sistemi di fratture preesistenti.
Nel secondo modello (dispersive circulation) i livelli di gesso sono caratterizzati da una fratturazione molto più
intensa, con numerose superfici che consentono il passaggio dell’acqua. Il sistema carsico che viene a crearsi è un
acquifero estremamente fratturato e carsificato con un’elevata interconnessione tra le fratture e i condotti carsici.
Le caratteristiche di questo tipo di acquifero portano allo sviluppo di una tavola d’acqua con un comportamento
simile alle superfici piezometriche degli acquiferi porosi.
La presenza di circolazione carsica richiede, in presenza di una realtà estrattiva, particolari attenzioni sia per la
stabilità dell’ambiente di cava stesso, in particolare se sviluppato in sotterraneo, sia per eventuali ripercussioni
sull’ambiente circostante. Il carsismo, infatti, esercita una considerevole influenza sulle attività di cava, così come
l’attività di cava può produrre un forte impatto sulla circolazione carsica, in particolare se vengono provocati cam-
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