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PANGEA Numero 6 Anno 2021
biamenti nella circolazione idrica locale tramite l’interferenza della cava sull’assetto idrogeologico dell’area.
(Bonetto et al., 2008b)
Senza un costante monitoraggio geologico e un’attenta gestione della cava, l’attività estrattiva può diventare
responsabile di fenomeni pericolosi, che, nel caso di circolazione carsica localizzata in condotti (interconnected con-
duit drenaige) possono ad esempio manifestarsi sotto forma di violenti inrush di acqua nelle gallerie e di impoveri-
mento o abbassamento del livello statico degli acquiferi superficiali, con possibili ripercussioni sulla produttività di
sorgenti e pozzi nell’area circostante. La variazione dell’equilibrio del circuito carsico, inoltre, può portare ad un
aumento della velocità dell’acqua nei condotti e, di conseguenza, ad un aumento della velocità di dissoluzione del
gesso. In alcuni casi, l’insieme di questi elementi può anche portare ad una propagazione verso l’alto del fenomeno
di dissoluzione, fino a raggiungere le unità di copertura del giacimento e la superficie, innescando fenomeni di sub-
sidenza (Figura 6).
Fig. 6. Fenomeno di subsidenza di superficie (sink hole) (Bonetto et al. 2008a)
In presenza di circuiti carsici del tipo dispersive circulation, invece, la particolare natura della circolazione carsi-
ca può causare un locale impoverimento delle caratteristiche geomecaniche del gesso. L’acqua diffusamente pre-
sente all’interno delle molteplici superfici di fratture e dei piccoli condotti, infatti, può operare una di dissoluzione
diffusa sul gesso, causando modifiche a livello microstrutturale che possono portare ad avere valori di resistenza
geomeccanica di molto inferiore a quelli previsti.
Nelle coltivazioni in sotterraneo, vengono generalmente previsti dei sistemi di drenaggio delle acque, con rac-
colta in bacini dedicati e pompaggio all’esterno. I sistemi di pompaggio vengono però necessariamente disattivati al
termine delle attività estrattive, quando il livello dell’acqua sotterranea tornerà alla sua quota iniziale, causando un
ulteriore peggioramento della resistenza meccanica del materiale. Per questo motivo, quando possibile, è utile
creare nuovi percorsi che consentano all’acqua di fluire naturalmente al di fuori della cava, reinserendosi nel circui-
to naturale.
Problemi per la stabilità e la sicurezza delle coltivazioni in sotterraneo possono anche sorgere in relazione a
circuiti carsici non più attivi, le cui cavità risultino riempite di depositi residuali (normalmente marne e argille). Ana-
logamente a quanto descritto in relazione a faglie e fratture con riempimento di argilla, le caratteristiche geotecni-
che scadenti di questi materiali possono provocare crolli e detensionamenti che, se non affrontati in maniera cor-
retta, possono anche degenerare in casi di subsidenza a giorno.
4. Conclusioni
Nei siti di cava finalizzati all’estrazione di gesso, l’assetto geologico-strutturale e idrogeologico dell’ammasso
roccioso può spesso risultare responsabile di problematiche nella salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza. Gli
aspetti più critici sono spesso legati alla presenza di depositi marnosi in corrispondenza di discontinuità stratigrafi-
che o strutturali o di vuoti carsici abbandonati, per le scarse caratteristiche geotecniche di questi materiale, ed alla
presenza di circuiti carsici attivi, per la possibilità di svuotamento del circuito e per l’azione peggiorativa che l’acqua
esercita sulle caratteristiche meccaniche del gesso. Se non correttamente previsti e gestiti con opere di prevenzione
e di monitoraggio, questi elementi possono mettere a rischio la stabilità dei fronti di scavo e delle gallerie in sotter-
raneo e persino portare allo sviluppo di fenomeni di subsidenza in superficie. Al fine di assicurare una adeguata ge-
stione del rischio, il corretto approccio metodologico consiste in un’attenta analisi geologica, strutturale e idrogeo-
logica del sito supportata da sondaggi geofisici e da monitoraggio idrogeologico.
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