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PANGEA Numero 6 Anno 2021



























                       Fig. 1. Stato fisico dei rifiuti. Le aree di sovrapposizione indicano sistemi a stato fisico misto.


             Le normative e direttive menzionate, individuano una scala di priorità quanto alle modalità di gestione del ri-
         fiuto, secondo l’ordine crescente riportato nel seguito: 1) conferimento in discarica 2) utilizzo come combustibile e
         recupero energetico 3) riutilizzo e riciclo 4) prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti.


             I rifiuti, poi, sono ulteriormente diversificati in funzione del grado di pericolosità e della loro origine (art. 184,
         D.Lgs. 152/2006 art. 11, D.Lgs. 205/2010). Pertanto, distinguiamo:

                rifiuti pericolosi


                rifiuti non pericolosi.


             La pericolosità è associata a al comportamento del rifiuto: esplosivo, comburente, tossico, etc (si veda: Allega-
         to I, D.Lgs. 205/2010).


             Quanto all’origine, abbiamo:


              urbani (attività domestica, pulizia strade, aree verdi, ...)


              speciali (attività industriali, attività agricole, attività di servizio, …).





             Nell’ambito di un così articolato panorama, ci concentriamo sui “rifiuti solidi urbani” (RSU). La soluzione natu-
         rale per la gestione dei RSU, coerentemente alla scala delle priorità, passa attraverso il ricorso alla loro differenzia-
         zione. Tale approccio consente di focalizzare l’attenzione e gli sforzi a classi specifiche di materiali, massimizzando
         così l’impatto ai fini d’una gestione efficace, sfruttando al meglio il know-how ad oggi disponibile e quello in svilup-
         po. Esulano, tuttavia, da questa strategia i rifiuti “indifferenziati”, che per l’area metropolitana torinese, in termini
         di esempio ed a cui fanno riferimento c.a. 2.5 mln di cittadini, ammontano a c.a 532000 t/anno (Regione Piemonte).


         1.2 Gestione dei RSU


             Quanto alla gestione dei RSU-indifferenziati (RSUI), per i quali mancano le specificità proprie dei prodotti della
         differenziata, il “conferimento” in discarica, pur efficiente sotto il profilo temporale e della “speditività”, è intrinse-
         camente di difficile sostenibilità nel lungo termine. Tre sono gli obiettivi nella gestione dei RSUI: 1) riduzione drasti-


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