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L’angolo delle tesi di Laurea




             Il braccio è brandeggiabile sia verticalmente sia orizzontalmente lungo un arco (Vogt, 2016) permettendo di
         realizzare aperture di forma anche diversa da quella rettangolare. All’estremità del braccio è collocato l’organo di
         scavo, dove sono installati gli utensili striscianti adatti per l’attacco di rocce tenere e non abrasive, eventualmente
         anche di quelle dure, a patto che siano fratturate.
             La testa può essere di due tipi: trasversa (Figura 4) con asse di rotazione ortogonale al braccio oppure assiale
         con asse di rotazione allineato con il braccio (Figura 4).








              Fig. 4. A sinistra testa trasversa; a destra testa assiale

         3.2 Operazione di scavo
             L’operazione di scavo seppur definita continua è in realtà ciclica e presenta due fasi ben distinte: l’affondata e
         il taglio. La fase di smarino avviene contemporaneamente allo scavo (Bilgin et al. 2013).
             Durante l’affondata il mezzo oppure il braccio (se è telescopico) avanza facendo penetrare l’organo di scavo
         nella roccia e causandone la frammentazione.
             Nella fase di taglio il braccio brandeggia compiendo traiettorie orizzontali e spostamenti verso l’alto o verso il
         basso, fino al completamento dello scavo nell’intera sezione.


         4. Room and Pillar
             Il “room and pillar” è un metodo di coltivazione in sotterraneo che prevede l’utilizzo di tecniche, in presenza di
         rocce tenere e poco abrasive, che impegnano sia continuous miners sia roadheaders.
             Questo metodo è stato sviluppato per l’estrazione del carbone e di formazioni contenenti sali potassici, gesso
         e altre rocce tenere e si applica generalmente a filoni o strati suborizzontali di spessore variabile da 1,5 a 4,5 m e
         che abbiano una sufficiente estensione areale.

         Il metodo consiste nella realizzazione di una maglia regolare, quadrata o rettangolare, di gallerie lasciando in posto
         pilastri refolari che svolgeranno la funzione di sostegno del tetto (Figura 5).















                Fig. 5. Metodo room and pillar (fonte: www.ucsusa.org)



         Dopo l’esaurimento della coltivazione per vuoti si possono estrarre i pilastri, costituiti da materiale utile, per incre-
         mentare la produttività del cantiere. Possono essere usati metodi come quello a ripiena o a frana, entrambi preve-
         dono l’utilizzo sia di frese sia di minatori continui. Nel primo metodo si sostituisce, totalmente o parzialmente, la
         roccia costituente il pilastro con altro materiale sterile o artificiale avente caratteristiche meccaniche simili. Col se-
         condo metodo si recuperano i pilastri procedendo in ritirata (in direzione opposta a quella della coltivazione) la-
         sciando che il tetto frani dopo la loro estrazione (Figura 6).




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