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PANGEA Numero 8 Anno 2022
Il territorio piemontese si presenta ricco di architettura castellana, o più in generale fortificata (Novelli, 2007).
Il sistema consta di circa 711 presenze (Fondazione Compagnia di San Paolo, 2003) e ad oggi risulta poco valorizzato
e conosciuto, sia all’esterno che all’interno dei confini regionali. Inoltre, lo stato di abbandono o di scarso riconosci-
mento del valore di questi beni e una loro mancata o inesatta ri-funzionalizzazione ha portato nel tempo alla crea-
zione di un capitale svuotato della sua ragione di esistere.
Per la conservazione e valorizzazione di questa tipologia di patrimonio, che per le sue caratteristiche viene de-
finito “minore”, si deve porre particolare attenzione alla stretta relazione che questo ha con il territorio sul quale
sorge (Novelli, 2007).
Ad oggi non vi è presenza di circuiti turistici strutturati che permettano di offrire ampia visibilità e derivarne
benefici economici. Per questo motivo, il presente contributo mira ad indagare le potenzialità di creazione di un
circuito dei Castelli piemontesi, andando ad analizzare il tema da più punti di vista: sotto il profilo degli enti pubbli-
ci, dei proprietari dei beni storici e del turista che si appresta a fruire l’itinerario culturale proposto.
La finalità ultima della ricerca è quella di formulare linee guida generali, utili per la predisposizione del percor-
so culturale dei castelli piemontesi. Per raggiungere l’obiettivo è stato approntato uno studio di fattibilità per la
creazione di scenari di valorizzazione strategica del patrimonio oggetto di studio.
Nella predisposizione del lavoro è risultato subito indispensabile affiancare ad un cammino di valorizzazione
dei castelli anche la programmazione di nuove reti infrastrutturali che potessero servire alla fruizione dell’itinerario
culturale: per questo motivo, considerate le attuali riflessioni in tema di sostenibilità, sono stati predisposti dei cir-
cuiti ciclabili tematici.
2. La messa a sistema dei castelli piemontesi: proposte progettuali e potenzialità di sviluppo per il terri-
torio e le sue aree interne
Le motivazioni che hanno portato ad una non riconoscibilità del valore di queste strutture e ad una loro margi-
nalizzazione nel contesto turistico regionale sono molteplici. Ad esempio:
· il carattere privato di molti castelli presi in considerazione;
· l’assenza di agevolazioni fiscali di alcun tipo per la fruibilità ad un pubblico esterno degli stessi beni;
· il posizionamento in aree marginalizzate del territorio non sempre perfettamente connesse con i nodi cen-
trali della regione;
· una ri-funzionalizzazione non in linea con il valore del bene culturale.
La valorizzazione del territorio in oggetto, in particolare del suo patrimonio castrense, passa quindi dalla messa
a sistema per una lettura in toto del complesso dei beni fortificati sparsi sul territorio. Bisogna inoltre osservare co-
me molte delle realtà considerate si attestino all’interno di zone ad oggi completamente escluse dagli itinerari turi-
stici regionali; molti territori in particolare ricadono all’interno di quelle che vengono definite “Aree interne” e per
le quali, a partire dal 2014, è stata avviata una specifica politica nazionale di sviluppo tramite la redazione del docu-
mento programmatico Strategia Nazionale Aree Interne (Cerquetti et al., 2019).
Considerato che il patrimonio castellano della Regione risulta molto articolato in tipologie e consistenze, per
attuare lo studio proposto è stato necessario restringere il campo di interesse, individuando una singola tipologia di
beni, ovvero i castelli di origine medievale. Prendendo come esempio di successo il modello turistico francese degli
Chateaux de la Loire e del circuito La Loire à Vélo, nello studio proposto si è deciso di lavorare sulla creazione di per-
corsi infrastrutturali organizzati che potessero svolgere un ruolo di connessione. Inoltre, stabilita l’esistenza di linee
programmatiche regionali (Regione Piemonte, 2014) per lo sviluppo di dorsali ciclabili di collegamento all’interno
del territorio, si è optato per l’affiancamento dei percorsi tematici culturali a queste reti infrastrutturali già previste
(Figura 1).
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