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GEOMATICA

         di ERIKUS ed un approccio dedicato alla ricostruzione 3D veloce dell'ambiente tramite smartphone o tablet.
         ERIKUS è stato sviluppato da Arpa Piemonte e Regione Piemonte ed utilizzato massivamente durante l'evento sismi-
         co del 2016 in Centro Italia. Questa applicazione, basata sul software open source QGIS, è uno strumento per la ge-
         stione delle richieste di sopralluogo presentate dai cittadini ai Centri Operativi Comunali (COC), al fine di dare una
         risposta rapida alla sicurezza delle loro case (Mayneri et al., 2017).
         Il secondo esempio riguarda un metodo proposto basato sull'uso di dispositivi tablet per la fotogrammetria rapida a
         distanza ravvicinata nello scenario post-terremoto. Partendo dalle immagini acquisite da tablet durante i rilievi spe-
         ditivi, gli autori hanno mostrato come sia possibile ricostruire l'ambiente partendo dai dati acquisiti da dispositivi
         low cost (Dabove et al, 2018). Sempre per tale evento, anche i membri della comunità di OpenStreetMap (OSM)
         hanno sviluppato strumenti per la mappatura collaborativa, che possono essere sfruttati ovunque in modo semplice
         (Minghini et al., 2017), come già accaduto in passato (Latif et al., 2011; Shemak , 2014).
         Un altro esempio di utilizzo di software open source e open data, per lo stesso evento avvenuto in Italia, è stato svi-
         luppato da Baiocchi et al. (2017) per la determinazione di alcuni parametri utili alla valutazione della vulnerabilità
         sismica di ogni edificio potenzialmente esposto.
         Considerando l'ambiente acquatico, sono stati sviluppati un paio di strumenti interessanti: il primo è il sistema NAR-
         VALO che è principalmente dedicato all'ambiente marino, mentre il secondo è OAT, specifico per la modellazione
         delle acque sotterranee. NARVALO è un sistema di prevenzione delle collisioni per aree della piattaforma logistica
         che rileva possibili situazioni pericolose, che potrebbero portare a incidenti, e di conseguenza allerta veicoli e perso-
         ne coinvolte (Marzocchi et al., 2017). L'altro metodo interessante è l'Observation Analysis Tool (OAT): questo è un
         modulo del plugin FREEWAT per QGIS, sviluppato per gestire i dati di serie temporali da varie fonti e formati e per
         facilitare l'incorporazione dei dati di monitoraggio ambientale nelle applicazioni GIS, in particolare gestione delle
         risorse idriche e modellazione delle acque sotterranee (Cannata e Neumann, 2017).
         Non è poi da dimenticare il contributo diretto allo sviluppo core dei più diffusi progetti GFOSS da parte di sviluppato-
         ri italiani (GeoNetwork, QGIS, GRASS, SpatiaLite)

         4. Sviluppi e prospettive
         Dopo tanti anni di vita è forse tempo di fare un bilancio per tentare di analizzare l’evoluzione del software FOSS,
         almeno in Italia, per comprendere se e in quale misura l’obiettivo dell’Associazione GFOSS.it è stato raggiunto o se è
         necessario ripensare al ruolo dell’Associazione nell’attuale panorama italiano ed europeo.
         Sicuramente, dal 2007 ad oggi molte cose sono cambiate: è cambiata la normativa comunitaria e nazionale che in
         qualche modo “obbligano” le Pubbliche Amministrazioni all’adozione del software libero (le virgolette sono neces-
         sarie perché a fronte di un obbligo normativo non sono previste sanzioni per gli Enti inadempienti). È cambiata la
         sensibilità degli utenti e delle istituzioni ai concetti di libertà digitale e di licenze d’uso del software e dei dati; è mi-
         gliorata la competenza tecnica di base degli utenti stessi che si riflette nella richiesta di funzionalità nuove e quindi
         nella diffusione dei software geografici liberi. Inoltre, di pari passo con l’accresciuta competenza è anche aumentato
         sensibilmente il numero degli utenti “tradizionali” dei software geografici, intendendo con questo aggettivo utenti
         non sviluppatori ed in fondo non (ancora) completamente consapevoli dei concetti di comunità e condivisione (di
         conoscenze, di codice…) che sottostanno all’idea stessa di Open Source.
         In  questo  contesto,  l’apparato  normativo  sia  comunitario  (Direttiva  per  il  riuso  dei  dati  pubblici),  sia  nazionale
         (Codice dell’Amministrazione Digitale e varie Linee Guide di AgID) che regionale (leggi regionali sull’opendata), è
         robusto e completo, anche se la sua applicazione, come detto, tarda ad essere pienamente raggiunta.

         Dal punto di vista del software geografico, in Italia, grande impulso a questi cambiamenti proviene dalla P.A. centra-
         le e locale che si sta avvicinando alle soluzioni open source attraverso iniziative singole, ma non coordinate, con an-
         cora molti Enti che preferiscono soluzioni proprietarie, seppure il CAD prescriva la scelta prioritaria di software libe-
         ro.
         Dunque il primo motivo del passaggio da un’infrastruttura proprietaria ad una libera da parte di una P.A, è, general-
         mente, di tipo meramente economico, non sempre intravedendo immediatamente le molte positive implicazioni
         che invece comporta l’adozione di queste soluzioni.


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