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PANGEA Numero 5 Anno 2021

         Raccomandazioni

         A volte il cliente le richiede, a volte no.
         A volte lo spirito del lavoro le richiede, a volte no.
         Se è NO, non dobbiamo metterle per forza per dimostrare quanto siamo fighi.
         Ma se servono, devono essere:

              oggettive
              a prova di contestazione
              conformi alle normative

              conformi alla buona pratica / stato dell’arte
              pertinenti
              realizzabili


         Executive summary (riassunto)
         A differenza dell’ultimo capitolo, l’eventuale executive summary (in italiano “riassunto”) – inserito subito dopo la co-
         pertina e prima dell’indice – riprende anche la parte principale del capitolo “Introduzione”, sfiorando invece molto
         rapidamente il contenuto dei capitoli intermedi.

         Il lettore frettoloso legge in genere l’executive summary (o almeno lo cerca, e se lo trova è felice), le conclusioni ed
         eventualmente l’introduzione. Se la relazione parla di denaro, deve parlarne (in modo chiaro) nelle conclusioni e
         quindi nell’executive summary.
         Il lettore meno frettoloso legge anche il resto della relazione, ma non vuole perdersi negli accademismi: scrivere una
         relazione comprendente un testo breve e appendici esplicative aiuta il lettore a trovare una soluzione valida al suo
         problema, ad usare la relazione a supporto delle proprie decisioni (p. es. di fronte alle Autorità) e ad avere fiducia
         nella capacità e professionalità dell’autore.



         Bibliografia
         Spesso le relazioni si basano su dati derivati da altri rapporti, studi pregressi, pubblicazioni scientifiche o banche dati
         (magari scaricati da siti web). Inserire la bibliografia nelle relazioni (e citare correttamente le fonti) rispetta i diritti
         d’autore, aggiunge valore scientifico al lavoro e può alleggerire le nostre responsabilità su quanto riportato (fino a
         permetterci di evitare denunce di abuso della professione).
         (Per inciso, il termine italiano “bibliografia” è preferibile rispetto a “letteratura”, di derivazione inglese, in quanto in
         italiano il termine “letteratura” ha un altro significato. Si vedano anche, ad esempio, “scope”/”scopo”,
         “library”/”libreria” ecc.)

         Vi sono diversi modi di presentare le fonti bibliografiche; qui si propone uno abbastanza semplice e chiaro.

         Nel testo: fonte citata tra parentesi riportando il nome dell’autore seguito dalla virgola e dall’anno di pubblicazione
         (p.es. D. Rossi et al., 1984; oppure Regione Piemonte, 2001).

         Nella bibliografia (che dovrebbe essere inserita in coda al documento, dopo le conclusioni): fonti citate nel testo ri-
         portate per esteso (in forma di elenco o eventualmente di tabella). Dovrebbero essere indicate almeno le seguenti
         voci:

              autore o autori; nel caso il documento sia stato redatto da un ente o da una società è pos-
                sibile citare questi come autori;
              titolo dell’articolo, della relazione o del documento;
              anno di pubblicazione;

              se disponibili altri elementi quali il luogo di pubblicazione, il volume, l’editore e il numero di
                pagine.
         Quando si riportano in bibliografia documenti scaricati dal web occorre citare la data di consultazione del sito (p.es.
         “consultato il 21 luglio 2011”): i siti web sono infatti soggetti a continue variazioni e aggiornamenti.

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