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PANGEA Numero 5 Anno 2021

         Se alcuni dei risultati sono particolarmente complessi e la loro descrizione è lunga, è opportuno trasferire tale descri-
         zione in un’appendice. Questo vale soprattutto quando questi risultati derivano da attività eseguite da un soggetto

         terzo (p.es. indagini geofisiche: l’appendice conterrà tutta la relazione scritta dal fornitore). Il corpo della relazione
         deve però contenere una sintesi di tutti i risultati ottenuti.
         Le appendici aiutano il lettore a capire il grado di dettaglio, accuratezza e affidabilità delle attività svolte e dei risultati
         conseguiti.

         Mentre le “attività” possono essere descritte in ordine cronologico oppure logico, i “risultati” devono essere riportati in
         ordine logico:

           misura del livello dell’acqua sotterranea nei singoli pozzi  direzione di flusso della falda
           sequenza stratigrafica nei singoli sondaggi  geologia soggiacente un sito
           risultati delle analisi delle emissioni in atmosfera dei singoli camini  stato di conformità del
            comparto aria di uno stabilimento industriale
         I risultati vanno presentati in modo chiaro ma neutro, senza saltare prematuramente alle conclusioni. Non è qui che
         riportiamo i nostri commenti, giudizi, interpretazioni.

                Il livello piezometrico all’interno dei pozzi PM1 e PM2 risulta sempre superiore al livello di 2,6 e
                2,65 m dal p.c., al quale erano stati rilevati i campioni di terreno PM1-C3 e PM2-C3 non conformi
                alle relative CSC per i parametri idrocarburi leggeri (C≤12) e idrocarburi pesanti (C>12).

                Questa frase vuole dire, fra l’altro, che quando erano stati prelevati quei due campioni di terreno il terreno
                stesso era insaturo, mentre al momento delle misure freatimetriche il livello della falda si era alzato – ma
                questa informazione non è presentata in modo chiaro, e non si sa nemmeno se la falda sia libera o confina-
                ta. La stessa frase contiene un’altra informazione, cioè il superamento dei limiti di legge nei due campioni di
                terreno. I due concetti meriterebbero una trattazione separata.
         Si deve dare tempo al lettore di familiarizzare coi risultati, di assimilarli, di elaborarli personalmente. Il lettore non
         viene messo brutalmente di fronte alle conclusioni bensì gentilmente accompagnato verso di loro. La relazione tecni-
         ca non è un pugno nello stomaco del lettore: è uno strumento di comprensione. La spettacolarizzazione non ci ap-

         partiene.
         Che succede se i risultati conseguiti sono difformi da quelli attesi dal cliente? Ne parleremo col cliente? Subito oppu-
         re dopo qualche giorno? Che cosa gli suggeriremo di fare, in base alla nostra esperienza professionale? Ripeteremo
         le misure sperando che la prossima volta vengano i risultati sperati?


         Conclusioni
         I risultati da particolari diventano generali, permettono di ricostruire un quadro complessivo e unitario, portano a delle
         conclusioni.
         Le conclusioni non cadono sulla scrivania come un evento magico, miracoloso, ma sono il punto di arrivo logico di
         tutto il percorso.
         Nelle conclusioni non dev’esserci nulla che non sia già stato prefigurato nei capitoli precedenti. Non c’è un
         “sorprendentemente”, un “inaspettatamente”, un “contro ogni previsione”. Ecco un paio di esempi, contenenti i miei
         commenti fra parentesi quadre (per i non addetti ai lavori: le CSC sono i limiti di legge nazionali per il terreno, mentre
         le CSR sono i limiti di legge specifici per il terreno di un determinato sito):

                Sulla base del modello concettuale definitivo [Non ne abbiamo parlato finora. Serve?] presentato
                nella relazione “rapporto di monitoraggio delle acque sotterranee” del marzo 2010 e sulla base dei
                risultati delle verifiche ambientali eseguite sui campioni di acque sotterranee prelevati nel corso del-
                le attività del piano di monitoraggio, si conclude che le CSC non sono state superate né per la matri-
                ce terreno insaturo [Ma non si usano le CSR, in questo caso? Perché le CSC?] né per la matrice ter-
                reno saturo-falda [Non terreno saturo bensì solo falda. E per la falda possiamo dire che al confine
                siamo sotto le CSC, no?] e pertanto in conformità con il comma 2 dell’Art. 242 del D.Lgs. 152/96
                si richiede alle Autorità competenti la conclusione del procedimento di notifica.



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