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Fuori dall’emotività del momento, con maggiore saggezza e con più garanzie per la sicurezza degli impianti (centrali
di IV generazione) e della gestione delle scorie si potrebbe pensare ad un terzo referendum avendo presente fra
l’altro che l’Italia importa dalla Francia, dalla Svizzera e dalla Croazia il 5 – 6% di energia prodotta da centrali nu-
cleari a fissione situate a meno di 200 chilometri dal confine che non garantiscono alcuna sicurezza al territorio ita-
liano nel caso di incidente. Nel frattempo il governo italiano ha fatto un passo indietro rispetto agli isterismi del do-
po referendum, con una legge emanata nel 2009 con la quale si consente ai privati di investire nella generazione di
elettricità da fonte nucleare.
Intanto si avvicina il momento della energia nucleare “da fusione”. Nella vicina Cadarache, nel Sud della Francia nel
dipartimento del Rodano c’è il più grande centro di ricerca nucleare da fusione d’Europa, creato nel 1959 con il con-
tributo della maggior parte dei paesi del nostro continente fra cui, in maniera significativa, l’Italia. A Cadarache si
pensa che entro il 2035 andrà a regime l’impianto ITER all’interno del quale con il “confinamento magnetico di iso-
topi di idrogeno allo stato di plasma “avverrà la fusione nucleare a 150 milioni di gradi centigradi grazie alla quale
due nuclei leggeri di deuterio e trizio si fondono formando elio. È la creazione di energia secondo lo stesso processo
che avviene nel Sole senza produzione di scorie e di CO 2 e senza rischio di esplosioni. Sarà l’inizio di una nuova era
nucleare e la sconfitta definitiva degli antinuclearisti.
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