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PANGEA Numero 2 Anno 2020
È PENSABILE UN RILANCIO IN ITALIA
DELLA ENERGIA NUCLEARE?
oppure:
DECARBONIZZAZIONE E/O DENUCLEARIZZAZIONE
di Riccardo Varvelli
Politecnico di Torino
In un momento in cui l’opinione pubblica italiana è distratta da altre priorità di stampo politico proviamo ad affron-
tare con maggiore serenità e minore faziosità un tema/problema che nel giro di 10-15 anni diventerà nuovamente
attuale (e forse urgente). Intendiamo ragionare sulla possibilità di un rilancio della energia nucleare anche in Italia
malgrado il fraudolento referendum del 1987 e l’azione propagandistica martellante dei “media” a vantaggio delle
fonti energetiche rinnovabili (FER). Tutti (o quasi) sono d’accordo sulla proposta di una totale decarbonizzazione
(cioè il non utilizzo delle fonti inquinanti che producono CO 2: carbone, petrolio, gas naturale e legno) il più presto
possibile. L’Unione Europea la ha fissata per il 2050 ma il resto del mondo (USA, Cina, India) all’ultimo incontro in-
ternazionale dell’IPCC (Intergovernamental Panel of Climate Change) tenutosi a Madrid nel 2019 non si è trovato
d’accordo. Vale allora la domanda che si è posto giustamente Dominique Finon, direttore del Centre Nationale de la
Recherche Scientifique (CNRS): “Cosa accadrà quando i governi contrari al nucleare scopriranno ed ammetteranno
che la energia rinnovabile non può essere l’unico o il principale vettore per la decarbonizzazione? Il rischio è quello
di arrivare impreparati all’appuntamento con il clima se il nucleare continuerà ad essere eslcuso dall’elenco delle
tecnologie a bassa emissione di carbonio”.
Il contempoeraneo processo di decarbonizzazione e di denuclearizzazione mondiale è folle, è improponibile, ed è
impraticabile anche nel medio e lungo termine. Lo attestano le 449 centrali oggi in funzione in 31 nazioni della terra
(fra le quali: 104 in USA, 58 in Francia, 40 in Cina, 36 in Russia, 24 in Corea del Sud e 21 in India), le 67 attualmente
in costruzione (delle quali 17 in Cina) e le 157 pianificate (delle quali 30 previste in Russia entro il 2030) più 140
sottomarini e portaerei a propulsione nucleare.
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