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IDROGEOLOGIA: VALUTAZIONE E PROTEZIONE DELLE RISORSE IDRICHE








































              Fig. 4: Diagramma di Piper. In figura è evidenziata la facies bicarbonato calcica nella quale ricade la maggior parte
              delle acque analizzate.


             Essendo la chimica delle acque (superficiali e sotterranee) strettamente collegata alla mineralogia degli acqui-
         feri non si rileva una dipendenza dal chimismo con la quota, ma soltanto con la geologia del bacino. Ad esempio,
         nelle acque campionate a valle di formazioni costituite per la maggior parte da coperture carbonatiche s.l. il conte-
         nuto di ioni calcio e idrogenocarbonato è risultato maggiore rispetto a quelle campionate a valle di rocce quarzoso-
         silicatiche. Ad influenzare il chimismo delle acque è però anche l‘attività antropica, dagli scarichi degli impianti fo-
         gnari, alla pulizia e lavaggio delle strade, allo spargimento di sale antighiaccio sulle stesse nella stagione fredda. È
         principalmente per questa ragione che in alcuni punti di campionamento ubicati lungo il fondovalle principale e in
         prossimità dei maggiori centri abitati sono state rilevate concentrazioni più elevate di ioni quali solfato, fluoro e/o
         cloro, benché entro i limiti consentiti dalla legge (concentrazioni << Concentrazioni Soglia di Contaminazione, valori
         normati dal D.Lgs 152/06 e s.m.i.).
             Per quanto riguarda la chimica delle precipitazioni si osserva invece come questa sia strettamente collegata
         alla natura del particolato aerodisperso al momento della formazione della perturbazione. La distribuzione spaziale
         delle concentrazioni ioniche delle acque di precipitazione rispecchia infatti in modo abbastanza buono la distribu-
         zione in atmosfera di composti in fase aerosol. L’abbondante presenza di    può  essere  spiegata  ipotizzando,
         sulla base di una analisi lidar dell’aerosol atmosferico condotta da ARPA   VdA, che la formazione delle nubi
         sia avvenuta al di sopra di uno strato caratterizzato dalla presenza di polveri sabbiose carbonatiche di provenienza
         prevalentemente sahariana e che la pioggia, cadendo, ne abbia trasportato una parte al suolo. La presenza di altri
         composti in concentrazioni minori è invece spiegabile con la presenza negli strati atmosferici più bassi di particolato
         sottile a composizione analoga e per la maggior parte originatosi presso la Pianura Padana, noto hotspot inquinante
         (DIEMOZ et al., 2019 a,b).


         3.  Idrologia isotopica delle acque analizzate
         Le analisi isotopiche condotte sui campioni mediate sprettroscopia laser CRDS hanno permesso di ottenere una caratterizzazio-
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         ne isotopica delle acque ( O,  H, eccesso di deuterio) temporalmente e arealmente distribuita.
             Il mixing in acquifero. L’osservazione dei dati raccolti nei mesi di campionamento (fig.5) consente di notare
         come i valori isotopici delle acque e sotterranee siano generalmente costanti nel tempo a testimonianza dell’avve-
         nuto mixing in acquifero di acque di differente età (cioè precipitazioni estive con valori isotopici meno negativi e
         precipitazioni autunnali e invernali con valori isotopici più negativi) e di differente provenienza (cioè piogge e acque


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