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PANGEA Numero 3 Anno 2020
sotterranee e le precipitazioni. Oltre allo studio qualitativo ordinario di queste acque si propone poi anche una di-
versa e più innovativa tecnica di indagine delle stesse, ovvero l’idrologia isotopica, la quale permette sia di integrare
i dati ottenibili dal monitoraggio tradizionale che di collegare l’area studiata ad una macroarea di simile influenza
climatica.
1. Il caso dell’Alta Valle d’Aosta
1.1. Inquadramento
L’area di studio è costituita dal settore occidentale della regione Valle D’Aosta, regione il cui clima è di tipo se-
mi-continentale di montagna temperato-freddo con precipitazioni generalmente scarse (<600 mm/anno) lungo il
fondovalle che aumentano progressivamente lungo i settori montuosi di confine (fino a 1500mm/anno). Trattasi di
un’area particolarmente articolata dal punto di vista geologico-strutturale in quanto qui vi affiora tanto l’intera se-
zione del Dominio Pennidico quanto, marginalmente, il Dominio Elvetico. La morfologia dell’area, che risente in mo-
do prevalente della pregressa evoluzione glaciale, influenza direttamente l’idrografia regionale la quale vede scor-
rere nel fondovalle principale l’unico fiume della regione, la Dora Baltea, nel quale confluiscono i suoi affluenti rap-
presentanti i dreni delle diverse valli laterali sviluppatesi quasi ortogonalmente alla valle centrale. I due corpi idrici
sotterranei principali dell’area sono impostati in depositi quaternari lungo il fondovalle principale, e su di essi non
vi sono particolari pressioni in quanto non vi sono captazioni in opera; le sorgenti, che sono molto diffuse in tutto il
territorio, emergono solitamente da zone di contatto tra depositi quaternari e substrato roccioso. La circolazione
delle acque, soprattutto nelle valli, è prevalentemente all’interno di ammassi rocciosi fratturati (Figure 1,2).
Fig.1: carta idrogeologica dell’area. Stralcio non in scala della cartografia idrogeologica realizza-
ta per lo studio.
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