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PANGEA Numero 4 Anno 2020
bile. Eri lì ma non c’eri…. E poi, questa meraviglia di tecnologia rende quasi tutto liquido, quando non gassoso: il mio
rapporto tecnico è questo o è quello? E’ la bozza numero 32 o quella 33.5, quella che conta? No, ho scritto così ma il
correttore … La tecnologia unita al lavoro fuori orario, alle infinite draft, deresponsabilizza, liquefa la conoscenza, e
in definitiva quanto effettivamente ci costa tra tempo perso, incomprensioni, mancata attenzione… (lezioni 3 – il
costo economico e 4 – il costo di riduzione della responsabilità)?
Con i primi anni del 2000 arrivarono internet, intranet, extranet, le video call; io dirigevo ormai aziende in più di
dieci paesi, e poi gruppi tecnici in 15 paesi. Costruivamo comunità tecniche (tutti quelli che usano FEFLOW, da Mo-
sca a Buenos Aires), o gruppi con comuni interessi commerciali (tutti quelli che lavora o per Exxon, dalla Nuova Ze-
landa alla British Columbia). Costruivamo su scala globale, alle 5 del mattino con Melbourne, all’una di notte con
Vancouver, con bulimia, con dipendenza fisica e molteplici comportamenti personali disturbati. Come sempre
quando appaiono le tecnologie dapprima vengono abusate, poi (poi) impariamo a usarle cum grano salis. Quanto
sarà lungo il poi per un digitale che accelera ancora?
Imparammo presto un’altra lezione (5): per dare inizio a qualcosa, generare il primo entusiasmo, la fiammata di
partenza, puoi ricorrere a un gruppo virtuale. Punto.
In telelavoro puoi benissimo partire. Puoi anche contare sulla seconda riunione virtuale; dopo di ché tutto si ferma,
si affloscia come un soufflè aprendo il forno troppo presto. Punto e basta.
Senza un incontro fisico – dove ci si vede, tocca, mangia qualcosa insieme, senza quello è impossibile proseguire un
lavoro di creazione, consolidamento di conoscenze, condivisione di strategie. Il telelavoro può andare bene, a breve
e forse medio termine, per mantenere la routine, per eseguire, per soddisfare gli esecutori, per il minuto manteni-
mento. Non va bene per creare, ispirare, generare, innovare, concepire e lanciare strategie. Potremmo dire: le vi-
deo call ottime per lo storming, ma per il forming ci va una birra, senza la quale il performing non vedrà la luce. Per-
ché? Chiedetelo ai neuroscienziati, non è complicato.
La questione è tutt’altro che secondaria, e la viviamo sulla nostra pelle, il rischio è oggi. Oggi, settembre 2020, si
sentono già da molte aziende private, e alcune pubbliche, le preoccupazioni di chi fa investimenti e innovazione: è
difficile, è quasi impossibile, prendere importanti decisioni senza vedersi, senza condividere una stanza. Io, perso-
nalmente, vedo quanto sia difficile – quasi impossibile – incontrare e conoscere nuove persone, presentare idee
innovative. Ma l’intero paese, e il reparto dell’ingegneria in primis, non possono certo vivere di minuto manteni-
mento, specialmente questo paese, specialmente questo reparto, oggi.
Il rischio di ripiegare sulla routine – da parte delle aziende, dell’amministrazione, dell’università, va messo sul piatto
della bilancia, con tutti gli altri rischi, in modo da fare valutazioni corrette non solo per noi ma per chi verrà dopo di
noi. Non c’è routine domani, senza colpi d’ala oggi.
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