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PANGEA Numero 2 Anno 2020
Conoscere l’impiego dei litotipi significa essere in grado di leggere le testimonianze dell’architettura, non solo
da un punto di vista formale ma anche materiale e soffermarsi sugli aspetti, non di secondaria importanza, tangibili
e materici del passato.
Scendendo maggiormente nel dettaglio, ad oggi non sempre esiste corrispondenza tra denominazione com-
merciale e nomenclatura petrografica e standardizzata. Dal punto di vista commerciale le rocce ornamentali, infatti,
sono raggruppate in tre categorie: marmi, graniti e pietre, come erano state definite dalla UNI 8458: 1983 ormai
ritirata. Tale classificazione è ancora adottata a livello commerciale in quando i raggruppamenti nelle tre categorie
sono associabili alle diverse facilità di lavorazione.
La classificazione commerciale divideva le pietre da costruzione in marmi (rocce compatte adatte ad essere
lucidate), graniti (rocce dure dall’aspetto granulare) e pietre (rocce generalmente non lucidabili), a cui in Italia, per
l’abbondante uso che ne viene fatto, vengono aggiunti i travertini (rocce porose facilmente lavorabili). La categoria
commerciale dei “marmi” includeva qualsiasi roccia i cui costituenti minerali non superino il valore 4 - 5 nella scala
tra cui “marmi cristallini” e “marmi calcarei” ed in “marmi bianchi” e “marmi colorati” (Figura 2).
Fig. 2. Esempi di marmo “colorato” e “bianco”: a sinistra Rosso Levanto e a destra marmo di Carrrara venato
La categoria dei graniti in questione includeva rocce i cui costituenti minerali hanno valori di 6 - 7 (o superiori)
nella scala di Mohs e si suddividono in “uniformi”, “orientati” e “venati” (Figura 3). Nella categoria delle cosiddette
“pietre” venivano raggruppati tutti i materiali lapidei che non rientravano nelle categorie già descritte, di valore
commerciale ed estetico inferiore.
La norma UNI EN 12670, attualmente in vigore, definisce la terminologia raccomandata che comprende i ter-
mini scientifici e tecnici, relativi ai metodi di prova, ai prodotti e alla classificazione scientifica delle pietre naturali
(ignee, sedimentarie e metamorfiche). La più recente norma UNI EN 12440 del 2017 riporta i criteri per la designa-
zione delle pietre naturali, che deve comprendere non solo il nome commerciale ma anche la definizione scientifi-
ca, le indicazioni sul colore e sul luogo di provenienza. In particolare, in tale norma sono elencate le principali pietre
naturali estratte nei paesi dell’Unione europea con i relativi criteri di designazione.
Fig. 3. Esempi di graniti definiti dal punto di vista commerciale: a sinistra Granito Rosa di Baveno a destra Sienite della Balma
2. Heritage Stone e gli organismi nazionali e internazionali
La presenza di differenti tipologie di pietre naturali con una rilevante importanza storica e commerciale nello
stesso territorio, in un unico edificio storico o in località storiche hanno dato origine a livello europeo alle seguenti
designazioni:
- Global Heritage Stone Province (GHSP) riferito al territorio;
- Global Heritage Stone Resources (GHSR) riferito alla pietra naturale.
Tali definizioni sono state sviluppate dal gruppo di lavoro Heritage Stone Task Group (HSTG) dell’International
Union of Geological Sciences (IUGS), insieme alla commissione C-10 Building Stone and Ornamental Rock all’interno
dell’International Association for Engineering Geology and the Environment (IAEG).
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