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PANGEA Numero 2 Anno 2020
Fig. 4 Taglio delle fronde
Per evitare danni e diminuire l’urto proveniente dalla caduta di un grave di peso tra 0,5 e 1 tonnellata, attorno
alla pianta sono stati accumulati pezzi di rami tagliati e fronde onde evitare anche rimbalzi non voluti che avrebbero
potuto danneggiare le strutture del giardino.
Il taglio è proseguito sino a lasciare ancora un moncone di tronco di circa 10 metri (Figura 5).
Il tronco residuo è stato quindi collegato a nuove funi che ne potessero indirizzare la caduta verso il “letto” di
monconi di rami e tronco per attutire la caduta ed evitare il ribaltamento dello stesso.
Finalmente si è potuto procedere al taglio della base del tronco ad una altezza di circa 40 cm dal suolo, interve-
nendo dapprima sull’apparato radicale esterno e infine, dopo aver creato un cuneo per indirizzare la caduta, al ta-
glio vero e proprio.
Quest’ultima operazione è avvenuta a steps successivi onde poter tenere sempre sotto controllo il distacco del
tronco dalla base, sapendo, dalle analisi fatte precedentemente, che il tronco era molto degradato e poteva essere
soggetto a rottura improvvisa.
La caduta del tronco è stata guidata dalle funi ancorate a frizioni e gestite da operatori che lo ha portato a ca-
dere proprio nel punto prefissato. Inutile descrivere la soddisfazione degli operatori per essere riusciti a gestire un
evento di simile importanza evitando tutte le problematiche connesse.
Fig. 5 Tronco tagliato
3. Conclusioni
L’abbattimento di un albero in un luogo storico e oggetto di tutela è sempre un avvenimento che, da una par-
te tocca un bene paesaggistico rilevante e dall’altra può creare dei problemi tecnici di difficile soluzione e che
soprattutto vanno ad investire molti aspetti, da quello storico e paesaggistico, a quello geotecnico e a quello
forestale.
In questo caso l’analisi forestale con la tomografia ha messo in evidenza i problemi che poi sono stati ritrovati
al momento dell’abbattimento. Si è riusciti ad intervenire in tempo, prolungare la vita così precaria, di una pian-
ta di tali dimensioni avrebbe potuto provocare un rischio molto elevato di caduta improvvisa con possibili danni
anche agli edifici e alle infrastrutture storiche circostanti, in una città che forse è una dei più bei esempi di bor-
go Medioevale del Piemonte.
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