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PIETRE STORICHE APPLICATE AI BENI CULTURALI E VALORIZZAZIONE SITI
Per consentire un inquadramento più dettagliato della successione stratigrafica e dei sedimenti che affiorano
nell’ambito dell’area studiata, identifichiamo innanzitutto le formazioni geologiche cartografate (Torre et al. 2013),
esattamente:
Argilliti dell’Unità Tettonica “Nicosia”: esse compaiono spesso al di sotto di coltri detritiche anche di ragguarde-
vole spessore con lembi di argille color tabacco derivanti dal Flysch Numidico in cui spiccano a luoghi elementi
quarzarenitici. Questi terreni, sono spesso commisti tettonicamente ad una prevalente alternanza di argille e
marne variegate riferite al Dominio Sicilide (Argille Varicolori), oltre che all’eoceniche marne e calcilutiti bian-
che a macroforaminiferi della Fm. “Polizzi”. La commistione argillosa si presenta con giacitura caotica e i sedi-
menti appaiono scagliettati oltre che fortemente tettonizzati; non è visibile la base, per cui lo spessore non è
misurabile; l’età dei terreni numidici è riferibile all’Oligocene sup. - Miocene inf.; mentre le argille sicilidi sono
riferibili all’intervallo Eocene medio/sup. - Oligocene. Questa “Unità Tettonica” si è messa in posto in ragione
dell’evento tettonico a falde di ricoprimento che ha interessato le Madonie a partire dal Tortoniano inferiore
(Miocene inferiore-medio).
Calcari a Porites: nell’areale è riscontrabile la presenza di grossi banconi calcarei noti in letteratura come calcari
organogeni a Porites della Fm. “Terravecchia” di età Tortoniano medio-sup. (G. Torre - 1971). Essi si presentano
di colore bianco-giallastro, vacuolari e abbastanza tenaci al tentativo di romperli, si mostrano mal stratificati e
raggiungono in genere, spessori nei punti più potenti di circa 15-20 m., inoltre presentano nell’insieme evidenti
segni di carsismo. Lateralmente ai calcari organogeni è possibile riscontrare delle calcareniti giallastre con resti
fossiliferi a testimonianza dell’azione disgregatrice a scapito degli affioramenti coralligeni.
Calcari bianchi evaporitici: affioranti nelle parti “alte” dell’abitato, spostandosi verso il comune di Petralia So-
prana; si presentano di colore bianco latteo, massivi e discontinui sul territorio.
Detriti: si estendono alla base degli affioramenti calcarei che costituiscono i costoni rocciosi. Essi sono costituiti
da frammenti lapidei di varie dimensioni ad esclusiva litologia calcarea, derivanti dalla disgregazione meteorica
e coniugate a piccoli distacchi di roccia dalle sovrastanti placche calcaree. Questi detriti, molto permeabili e
poco cementati, favoriscono la stasi dell’acqua al loro interno, causando una saturazione che può dare luogo a
piccoli movimenti superficiali che trascinano verso valle parte del succitato detrito.
Questi materiali lapidei sono stati ampiamente utilizzati per costruire villaggi e infrastrutture presenti in territorio
Madonita. Nella zona di Petralia Sottana, in particolare, sono stati impiegati calcari organici, come "Porites" e
"Tarbestrallea" (coralli bio-costruttivi, appartenenti al gruppo "Terravecchia", età tortoniana superiore). Ap-
paiono di colore bianco-giallastro, vacuolari e caratterizzati da buone caratteristiche fisico-meccaniche; sono
scarsamente bandati e mostrano tracce evidenti di fossili e fenomeni carsici.
Un breve focus va fatto anche sul Gruppo della Gessoso-Solfifero (Messiniano): i terreni evaporitici affioranti
nelle Madonie rappresentano solo una parte dell’intera successione nota in Sicilia come “Serie Gessoso Solfife-
ra” (G. Ruggieri & G. Torre – 1982); essa nella serie affiorante è costituita da:
Marne Tripolacee con resti di pesci o materiale organico;
Calcari evaporitici di Base normalmente disposti in banchi dello spessore di 1-2 metri, compatti, ben stratificati
ma alquanto tettonizzati, di colore biancastro in superficie con una tendenza al grigio-cenere, grigio–
azzurrognolo in profondità, presentano inoltre delle intercalazioni marnose di colore grigio spesso fogliettate
(soprattutto areale limitrofo all’abitato di Petralia Soprana);
Gessi in varie forme rappresentati spesso da successioni in banchi con tipologie di vario tipo, dal balatino al ma-
cro-cristallino, alle gessareniti, con frequenti intercalazioni di piccoli banconi calcarei massivi e straterelli argil-
losi nerastri spesso detritici (Cozzo Prangi).
Il primo ciclo chiude con gli Aloidi rappresentati dai depositi di sale, e la miniera di salgemma di Petralia Sopra-
na rappresenta la possibilità di capire l’entità geologica del ciclo evaporitico.
Il secondo ciclo evaporitico è rappresentato solamente dai “Fanglomerati”, affioramenti conglomeratici etero-
genei in abbondante cemento argillo-marnoso (Cozzo Cofino).
Le tipologie di rocce riscontrabili lungo il percorso geologico urbano, soprattutto negli elementi lapidei delle
costruzioni e nei marciapiedi come “balate”, sono riconducibili agli affioramenti rocciosi presenti nell’areale, in cui
s’individuano: calcari mesozoici fossiliferi di colore grigio-bluastro (Fig. 4), marne grigio-biancastre a macroforamini-
feri, quarzareniti dal caratteristico color tabacco, calcari fossiliferi organogeni bianco-giallastri, calcareniti giallastre
e calcari evaporitici bianco-grigiastri.
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