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PANGEA Numero 3 Anno 2020
Fig. 7. Cava denominata “Vazu i Sant’Utieru”. Tracce di fossili Fig. 8. Colonne realizzate in calcare a Lumachella, presenti
(conchiglie) sono chiaramente visibili nella figura in basso (area in all’interno del Duomo di Petralia Sottana.
rosso)
1.2 Scalpellini a petralia sottana
I lavori per preparare, nel XVII sec., le Colonne della Chiesa Madre erano stati affidati a scalpellini provenienti dal pa-
lermitano. L’opera di questi artisti dell’intaglio della pietra proseguì nei secoli successivi fino al XX, nel seguito si riportano alcu-
ne notizie (fonte orale: Giuseppe Lo Mauro). L’attività era prevalentemente a conduzione familiare e tramandata da padre a
figlio. All’inizio del XX secolo operava un certo Librizzi Francesco, di origini palermitane, che aveva fatto una scuola di disegno. I
figli Giosuè, Giuseppe, Calogero e Mario ne ereditarono l’arte, continuando l’opera fino a qualche decennio fa.
È agli anni “20 che risalgono: il Mascherone du Canali (Figura 9), i Mascheroni del Monumento dei Caduti. Inoltre que-
sti artisti e artigiani della pietra lavorarono per costruire arcate di ponti, portali di abitazioni signorili, lapidi cimiteriali ed hanno
anche operato la riparazione di un tratto del cornicione del Duomo (Chiesa Madre), sottostante la croce.
Di seguito, per dare spessore culturale alla memoria, si elencano i principali strumenti utilizzati e le località di estrazio-
ne del materiale:
mazzuoli di diverso peso
subbia a punta
scalpelli di varia lunghezza e dimensioni
martellina con le due lame dentate
scapizzo (forma di scalpello per sbozzare la pietra dopo aver disegnato soggetto)
bocciarda (mazzuolo con testa intercambiabile con serie punte pirmidali)
righe, squadre, carta millimetrata, modine (squadre per angolature varie)
Prevalentemente lavoravano i Calcari a Lumachina estratti nelle Cave di Collesano, il Calcare bianco estratto nelle cave
di Rocca Balata e di Fasanò e la pietra viva delle cave di Geraci. Venivano lavorate anche le calcilutiti a nummuliti
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