Page 62 - C:\Users\Utente\AppData\Local\Temp\msoF529.tmp
P. 62

PANGEA Numero 3 Anno 2020



                                   Rubrica: Energia e ambiente


                                  LA NUOVA ERA ENERGETICA:



                                            IL GAS NATURALE




                                           di Riccardo Varvelli



                                          Politecnico di Torino







           La recente drammatica crisi mondiale del “coronavirus” ha stravolto ogni previsione di andamento economico
           generale di breve termine (1-5 anni) ma per ora non ha intaccato le previsioni della produzione e dei consumi

           energetici di medio termine (10 – 30 anni) che sulla base di una ipotesi di un aumento annuo dell’ 1,3% porta-
           no ad un dato di produzione e consumo mondiale di fonti energetiche pari a 16.000 milioni di TEP (Tonnellate

           Equivalenti di Petrolio) al 2030 e 19.000 milioni al 2050. Queste previsioni danno una probabile suddivisione
           in  percentuale  delle  fonti  energetiche  sul  totale  della  produzione  e  dei  consumi  mondiali  (anticipate  sul

           N.1/2019 di Pangea) di:

           -    anno 2030: Carbone = 29%; Petrolio = 22%; Gas naturale = 29%; Nucleare = 4%; FER (Fonti Energetiche

                Rinnovabili) = 16%
           -    anno 2050: Carbone = 26%; Petrolio = 19%; Gas naturale = 31%; Nucleare = 4%; FER = 20%

           (tutti i dati previsionali predetti sono da intendersi validi nel campo di tolleranza = ± 2%).

           In altri termini la crisi ultima come molte altre precedenti, non cambierà sostanzialmente il panorama delle
           previsioni della produzione e dei consumi energetici mondiali di medio termine ed il loro andamento, che sarà

           probabilmente il seguente:

           a)  prevalenza ancora per tutto il XXI secolo del consumo energetico (e quindi della produzione) di fonti non

                rinnovabili (FNR) pari all’84% nel 2020 e all’80% nel 2050 sul totale mondiale;
           b)  ulteriore riduzione in assoluto e in percentuale sul totale mondiale dell’impiego del petrolio (dal 22% nel

                2030 al 19% nel 2050). A questo riguardo è bene precisare che tale riduzione non ha nulla a che vedere
                con le affermazioni completamente errate del cosiddetto: “peak oil” (previsto per il 2015) che tanto han-

                no interessato giornali, televisione ed opinione pubblica nei primi anni del duemila, durante i quali alcuni

                (allora) noti futurologi (Campbell, Heiberg, Rifkin) seguaci di un geologo di nome Hubbert, partendo dalla
                premessa dimostratasi poi errata che le riserve di petrolio erano in declino e che si sarebbero esaurite in
                tempi brevi affermarono che il prezzo del petrolio sarebbe salito a 200 dollari al barile (oggi è a 30 – 50

                dollari al barile);



        62
   57   58   59   60   61   62   63   64   65   66   67