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PANGEA Numero 4 Anno 2020

             Dopo una presentazione della metodologia utilizzata (Sezione 2), si andrà a esaminare l’applicazione di essa a
         un caso studio (Sezione 3), per poi passare alla presentazione dei risultati (Sezione 4) e, infine, alle conclusioni
         (Sezione 5).


         2. Metodologia

             Scopo dello studio presentato è quello di valutare i consumi e le potenzialità di risparmio energetico di porzio-
         ni di città di differenti estensioni, con lo scopo di superare la scala del singolo edificio.
             Data l’estensione dell’analisi che ci si prefigge, risulta necessario escludere una definizione caso per caso dei
         dati di input funzionali ad una modellazione energetica. In questo studio si sono utilizzati i dati specifici provenienti
         sia da strumenti della pubblica amministrazione (Geoportale della Città di Torino) che ricavabili sul campo attraver-
         so sopralluogo (o foto aeree) per quanto riguarda la determinazione geometrica degli edifici; mentre per quanto
         concerne le configurazioni impiantistiche e stratigrafiche si è ricorso ai dati statistici forniti dal progetto TABULA.
             TABULA fornisce una schedatura del patrimonio edilizio esistente secondo una matrice 8x4 nelle cui righe ven-
         gono categorizzati gli edifici in base all’epoca costruttiva (“<1900”, “1901-1920”, “1921-1945”, “1946-1960”, “1961-
         1975”, “1976-1990”, “1991-2005”, “>2006”), mentre le colonne determinano le tipologie edilizie definite su base
         dimensionale (“edifici monofamiliari”, “case a schiera”, “edifici multifamiliari”, “blocchi di appartamenti”).
             Una volta definiti tali parametri per l’edificio in esame, si ricava l’archetipo edilizio della specifica categoria,
         cioè un edificio di riferimento che rappresenta la configurazione involucro-impianto rappresentativa dell’epoca e
         tipologia selezionate; è poi possibile calibrare la configurazione per meglio approssimarsi all’edificio reale di cui si
         stanno valutando le prestazioni.
             Forti di questi dati si è quindi nella condizione di poter costruire i modelli per la valutazione energetica degli
         edifici. Nel caso specifico si è fatto affidamento al software SEAS sviluppato dalla collaborazione tra ENEA e l’Univer-
         sità di Pisa per il calcolo in regime semi-stazionario definito dal pacchetto UN EN 11300 (Testi et al., 2015).
             SEAS nasce principalmente per valutazioni adattate all’utenza come risulta chiaro dalla sua interfaccia, ma per-
         mette una buona flessibilità di inserimento dati funzionale sia per riportarsi ad un’analisi standard, che per effettua-
         re valutazioni in una situazione di conoscenza incompleta dell’edificio in esame.
             L’architettura del software ha reso necessarie alcune forzature: per la valutazione dell’ACS, ad esempio, si sono
         dovuti elaborare i dati in input e output esternamente al software stesso in modo da permettere un calcolo sull’in-
         tero edificio e non sulla singola unità immobiliare, ipotizzando un numero di appartamenti e calcolandone il fabbi-

         sogno secondo la UNI TS 11300 parte 2. Tali fabbisogni sono stati successivamente processati all’interno del pro-
         gramma per poi andare a moltiplicare i consumi specifici risultanti in output.
             La struttura di SEAS risulta, comunque, molto flessibile per il tipo di studio svolto, assicurando un controllo in-
         crementale del processo di calcolo e del contributo dei vari elementi del sistema ai consumi energetici, permetten-
         do, inoltre, una valutazione preliminare dell’impatto e dell’efficacia delle misure di retrofit proponibili (involucro
         trasparente, opaco, ventilazione, efficienza del generatore, consumo ACS).
             Va precisato che non si è potuto tenere conto di eventuali interventi di retrofit effettuati durante il ciclo di vita
         reale degli edifici presi in esame.
             SEAS sconta l’impossibilità di effettuare il calcolo del fabbisogno di raffrescamento estivo per cui non si ritiene
         attendibile il regime quasi stazionario, limitazione, questa, che non compromette l’utilizzo del software data la pre-
         minenza  statistica  dei  consumi  per  riscaldamento  su  quelli  per  raffrescamento  (http://www.zebra-
         monitoring.enerdata.eu).
             Successivamente, si sono calcolati i possibili risparmi energetici andando a modificare singolarmente i diversi
         componenti del sistema involucro-impianto ipotizzando interventi in linea con il decreto requisiti minimi per gli edi-
         fici (Ministero dello Sviluppo Economico, 2015); di essi si sono valutati i costi tramite computo metrico estimativo,
         oltre che la mancata emissione di gas climalteranti dovuti al miglioramento delle prestazioni energetiche.


         3. Caso studio
             La metodologia descritta è stata applicata ad un’area studio individuata nella periferia nord di Torino. La scelta
         dell’area d’esame ha seguito un principio di generalità: in suddetta area non si presentano amenità o punti di
         interesse particolare, mentre si riscontra un mix di epoche e tipologie tali da garantire la scalabilità del metodo.
             Il caso specifico ha interessato, quindi, due isolati nel quartiere Barriera di Milano delimitati dalle vie R. Marto-
         relli, Corso Vercelli, via L. Rossi, via Rondissone per un totale di 56 edifici costruiti tra il secondo decennio del 1900
         e i primi anni del 2005. Da specificare, inoltre, che si è considerato solamente l’uso di civile abitazione, riducendo gli
         edifici analizzati a 49 ed escludendo alcuni piani terra ad uso commerciale.



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