Page 26 - C:\Users\Utente\AppData\Local\Temp\msoF529.tmp
P. 26
PANGEA Nmero 7 Anno 2021
La tipologia di consumo percepita come meno soddisfacente (acqua minerale in bottiglia) è la filiera attual-
mente più acquistata e più pagata dal mercato:
il 60% dei consumatori di nord e sud Italia preferiscono l’acqua in bottiglia e la pagano almeno 20 centesimi al
litro;
il 4% della popolazione consuma acqua delle casette dell’acqua beneficiandone in modo gratuito o quasi;
il restante beve acqua del rubinetto (di cui il 25% utilizzando dei dispositivi di filtraggio) ad una cifra per litro
molto variabile.
Le cause che possono giustificare questa anomalia sono riconducibili a 2:
in realtà il consumatore non pondera le variabili che costituiscono il valore dell’acqua allo stesso modo con cui
le dichiara durante un’indagine, ed è probabile che i fattori ambiente e sostenibilità, molto importanti dalle di-
chiarazioni, pesino in realtà meno durante un intimo processo decisionale di acquisto;
il consumatore non ha una lucida percezione del prezzo di ciò che acquista.
4.3 Qualità
Accanto alle caratteristiche che sanciscono se un’acqua è adatta al consumo umano dal punto di vista della
sicurezza, il Decreto 31/2001 identifica una serie di parametri che non hanno carattere di prescrizione. Questi para-
metri (residuo fisso, pH, durezza dell’acqua) non hanno impatto sulla sicurezza, ma sono in grado di influire sulla
piacevolezza ed il gusto. Il palato, infatti, può percepire chiaramente la differenza di sapore derivante dalla diversa
mineralizzazione, dal pH e dalla percentuale di anidride carbonica disciolta. Il gusto dell’acqua può essere più o me-
no marcato in base alla concentrazione di certe sostanze che in larga parte derivano dalle rocce nelle quali l’acqua
ha transitato (il residuo fisso e la durezza dell’acqua sono indici di concentrazioni di alcuni sali minerali).
Una qualunque acqua potabile, minerale o da rete idriche, contiene decine di differenti sali minerali, ma oltre
al cloro che influenza sensibilmente il percepito, 2 sono quelli che più connotano il sapore di un’acqua: il calcio, che
costituisce il principale sale minerale dissolto nell’acqua, ed il sodio presente in minore quantità ma che le cellule
recettoriali percepiscono in modo intenso.
Per quanto riguarda l’odore, le acque del rubinetto ed in bottiglia sono generalmente inodori, sebbene può
capitare di incontrare acque da rete pubblica caratterizzate da odori percepibili. La principale origine dell’odore è
che l’acqua di rete pubblica viene sottoposta a clorazione come antibatterico, che però diminuisce notevolmente
quando l’acqua viene lasciata decantare qualche minuto dopo lo “spillamento” (The European House Ambrosetti,
2018).
Un test condotto nel 2018 da Legambiente Lombardia e l’Università di Milano Bicocca metteva alla prova “alla
cieca” la capacità dei consumatori di distinguere l’acqua minerale in bottiglia dall’acqua da rete pubblica, nella mag-
gior parte dei casi il consumatore non superava la prova, non riuscendo a distinguerle (in particolar modo se gassa-
ta). Il test dimostra che se dall’acqua di rete viene rimossa la componente di cloro, questa non risulta più distingui-
bile da quella in bottiglia (The European House Ambrosetti, 2018).
Tra le acque in bottiglia, quelle ricche di calcio sono di solito collegate al mondo degli anziani e della crescita
dei bambini in quanto il calcio contribuisce a rinforzare le ossa e prevenire l’osteoporosi. Le acque ricche di sodio,
di cui si raccomanda l’assunzione durante e dopo l’attività fisica, sono spesso collegate al mondo dello sport, men-
tre le acque con basse concentrazioni di questo minerale conquistano l’interesse dei consumatori attenti alla riten-
zione idrica.
A livello nazionale sono state individuate 5 diverse facies idrochimiche: acque bicarbonato alcalino-terrose (Ca
[Mg]-HCO 3) costituenti il 70% del totale che suggeriscono una breve circolazione sotterranea, acque bicarbonato
sodico-potassiche costituenti il 12,5% influenzate dalla CO 2 e dalla composizione petrografica delle rocce vulcani-
che, acque solfato alcaline-terrose costituenti il 6,5% provenienti da contesti metamorfici e sedimentari con alti
valori di TDS e rapporto Ca/Mg alto, acque sodico-clorurate costituenti il 3,5% con alti valori di TDS individuabili in
Sardegna, Calabria e Toscana e acque miste costituenti il 7,5% derivanti dall’arco alpino e zone vulcaniche (Ciotoli &
Guerra, 2016) (Figura 10).
26