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L’acqua che beviamo: acqua in bottiglia  e acqua di rete

















                             Tab. 2 Volume idrico captato per tipologia (Fonte: Regione Piemonte, 2020)



             Queste opere di captazione sono controllate da 27 gestori operativi servendo oltre il 99% della popolazione, la
         restante parte è costituita dai 56 comuni autogestiti o non legittimati (Regione Piemonte, 2020).
             Analizzando il flusso d’acqua per uso potabile tra regioni anche la Regione Piemonte scambia la risorsa con le
         regioni limitrofe, seppur in volumi ridotti se confrontata con le regioni del Meridione.
             La Valle d’Aosta non effettua scambi con altre regioni, né in entrata né in uscita, risultando essere una regione
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         “chiusa”. Il Piemonte riceve dalla Lombardia circa 2 mila m /anno senza cederne ad essa, mentre nei confronti con
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         la Regione Liguria riceve quasi 1 milione m /anno cedendone solamente circa 150 mila m /anno. Nonostante il ter-
         ritorio regionale sia caratterizzato da un’abbondanza di risorsa idrica, il Piemonte si ritrova quindi con il ruolo di
         “regione importatrice”.
             La rete acquedottistica regionale ha una lunghezza complessiva di oltre 40 mila km, pari a circa 10 m per ab-
         itante. Le perdite idriche si attestano al 36% (42% media nazionale) attestando un trend di riduzione negli ultimi
         anni. Le province di Alessandria e Vercelli registrano percentuali di perdite idriche leggermente maggiori rispetto
         alle altre province piemontesi (>40%) (Regione Piemonte, 2020).


         6. Conclusioni

             Per un paese come l’Italia il consumo di acqua minerale in bottiglia è una componente del lifestyle, come per il
         vino e per il cibo, facendo presumere che una riduzione drastica del consumo di acqua minerale in bottiglia possa
         avvenire solo lentamente e progressivamente.
             La promozione insistente che dura da decenni sull’acqua minerale si contrappone alla totale assenza di co-
         municazione  sulle  caratteristiche  dell’acqua  di  rete  da  parte  degli  enti  preposti  alla  distribuzione  o  al  controllo
         dell’acqua pubblica. Questo ha portato i consumatori italiani ad una diffusa preferenza per il prodotto imbottigliato
         e diffidenza verso l’acqua potabile da rubinetto, nonostante siano sostanzialmente identiche per numerosi aspetti,
         in primis la qualità e sicurezza.
             L’acqua è ritenuta erroneamente una fonte “rinnovabile”, tuttavia ha un ciclo di vita molto più simile ad una
         fonte fossile e alla crescita demografica si affiancherà un progressivo impoverimento delle falde acquifere.
             Sono  necessarie,  quindi,  azioni  rivolte  a  popolazione,  organizzazioni  private  e amministrazioni  che  possano
         rendere il cambio delle abitudini dei consumi più percorribile e consapevole, educando il cittadino sin dalle scuole
         sul concetto di acqua come risorsa preziosa e delineando una strategia nazionale dei gestori delle reti idriche per
         migliorarne il servizio.



         Conflitto di interesse: Gli autori non dichiarano alcun conflitto di interesse.

         7. Bibliografia
         ACQUITALIA (2020) – Acque minerali Annuario 2020-2021. Acquitalia, Annuari del bere. https://www.beverfood.com/
         downloads/acquitalia-annuario-acque-minerali


         CARLUCCI, D., DE GENNARO, B. & ROSELLI L. (2016) - Competitive strategies of Italian bottled water industry: evidence from a
         hedonic analysis. Rivista di Economia Agraria, 71(1), 292-304. https://oajournals.fupress.net/index.php/rea/article/view/9873



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