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ECONOMIA CIRCOLARE E VALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI COME MATERIA PRIMA SECONDA
Questo approccio interdisciplinare, fondamentale per efficientare e garantire la sostenibilità nello sfruttamento dei
rifiuti, va considerato come strategico: solo attraverso un’analisi attenta di ogni fattore tecnologico ed impatto lega-
to al recupero si può davvero arrivare a sfruttare i rifiuti e le discariche alla stregua di nuove risorse e nuovi giaci-
menti.
2. Cosa si può fare per ottimizzare lo sfruttamento dei rifiuti?
Come poco sopra espresso, l’approccio STRATEGICO IN MATERIA DI RIFIUTI va orientato alla loro valorizzazione
come RISORSA, piuttosto che come PROBLEMA AMBIENTALE da contenere e gestire. In quanto risorsa è necessaria
una corretta progettazione e pianificazione affinché, a seconda delle tipologie prodotte, esso possa essere sfruttato
al meglio.
Il cambio di paradigma, da ECONOMIA LINEARE ad ECONOMIA CIRCOLARE, va proprio nella direzione di prevenzio-
ne e contenimento degli impatti ambientali: non solo quelli connessi alla (mala) gestione dei rifiuti (la messa a de-
ponia di rifiuti che si dimostrano essere utilizzabili in altri cicli produttivi – anche sotto forma di energia – va vista in
sé come mala gestione), ma anche allo sfruttamento di altre risorse naturali.
Per proteggere maggiormente l'ambiente ogni soggetto coinvolto, e per il suo ambito di competenza, deve fare la
sua parte. Non si tratta solo di ragionare sulla ormai consolidata gerarchia delle 4 R (Riduzione, Riutilizzo, Riciclo,
Recupero), ma passare alla gerarchia delle 5 R, dove all’ultimo step troviamo, al posto di “SMALTIMENTO”, trovia-
mo il termine “RISORSA” (Dino et al. 2017).
La vera sfida è quella di una trasformazione culturale di una “una società fondata sul riciclo e riuso” che non solo
cerca di evitare la produzione di rifiuti ma che, in ogni caso, li utilizza come risorsa.
Servono leggi snelle, coraggiose, lungimiranti, concrete ed immediatamente attualizzabili, che vadano nella direzio-
ne di una gestione più efficace ed efficiente: servono politiche (anche e soprattutto territoriali) che abbiano il corag-
gio di prendere le distanze dalle logiche delle produzioni non riciclabili a basso costo.
Serve al contempo una logica ed una cultura dell’acquisto sostenibile ed equo, che sicuramente nella società occi-
dentale è più facile.
Serve pensare che anche il miglior servizio di smaltimento rappresenta comunque l’opzione meno sostenibile: è
necessario pensare all’incentivazione di impianti di trattamento e recupero, e prima ancora è necessario pensare ad
una produzione di rifiuti altamente selezionati (la raccolta differenziata è uno degli step da percorrere) affinché i
rifiuti possano davvero diventare risorse sfruttabili: tanto più è selezionato il rifiuto, quanto più efficaci sono gli im-
pianti che li recuperano.
Servono politiche che limitino le produzioni di beni non riciclabili (pensiamo ad esempio agli imballaggi), un servizio
di raccolta capillare che gestisca rifiuti più selezionati – servizio mirato e differenziato per cittadini e per aziende,
una riduzione della produzione dei rifiuti attraverso acquisti responsabili, l’attuazione di un costo a consumo,, l’in-
centivazione alla riduzione dei costi del servizio (defiscalizzazioni) per chi mette in pratica comportamenti meritevo-
li nel riciclo e nel riuso. Serve tutto questo ma non basta.
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