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VALUTAZIONI D’ IMPATTO AMBIENTALE






         NUOVI PARADIGMI PER LE PROCEDURE DI VALUTAZIO-

         NE DI IMPATTO AMBIENTALE



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         Vanessa Assumma
          1
             Dipartimento  Interateneo  di  Scienze,  Progetto  e  Politiche  del  Territorio,  Politecnico  di  Torino,  10125  Torino;
            vanessa.assumma@polito.it

          Abstract:  Il presente articolo ha l’obiettivo di illustrare il ruolo degli strumenti di valutazione ambientale e la
          recente integrazione di nuovi paradigmi all’interno di piani, programmi e progetti: dalla sostenibilità alla resilien-
          za, dall’economia circolare alla giustizia climatica. Il contributo discute su problematiche che la città ed il territo-
          rio si trova a dovere affrontare e risolvere per garantire ai cittadini una migliore qualità della vita. In tal senso, le
          procedure di valutazione ambientale, e in particolare la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), supportano il
          processo di costruzione del piano, focalizzandosi sulla misurazione degli impatti allo stato dell’arte, gli impatti
          che  potrebbero essere  generati  dal  piano  stesso  e sulla  definizione  di  soluzioni  che  potrebbero mitigare  e/o
          compensare un dato shock e/o pressione sul sistema urbano e territoriale. Il contributo si focalizza in seguito
          sulla famiglia delle Analisi Multicriteri (AMC) capaci di supportare il processo decisionale nella valutazione degli
          scenari alternativi di piani, programmi o progetti, nonché nella prioritizzazione di strategie e azioni che andranno
          a orientare la visione dello scenario più idoneo.

          Parole chiave: Valutazione Ambientale Strategica; Pianificazione urbanistica e territoriale; Compatibilità am-
          bientale; Scenari di trasformazione; Sviluppo sostenibile; Resilienza

         1. Introduzione

               Negli ultimi anni, il processo di piano, e con esso il processo di valutazione, si trovano ad affrontare nuove
         sfide per il futuro, per limitare, se non annientare, impatti negativi sull’ambiente e le sue componenti fondamen-
         tali.
               Lo spostamento di flussi di persone da piccole e medie città, da aree interne e aree rurali, verso le grandi
         città, ha contraddistinto, e continua a caratterizzare, il panorama nazionale. L’aspetto preoccupante è che a spo-
         starsi sono in particolare i giovani, lasciando le proprie città a un parziale, se non mancato, ricambio generaziona-
         le. Tutto ciò porta a degli sbilanciamenti tra l’assetto rurale e l’assetto urbano, e tra le città stesse, così come una
         concentrazione diversificata di shock e disturbi a livello territoriale. Negli ultimi due anni, in particolare, si è assi-
         stito a una fuga dei cittadini dalle grandi città a causa della pandemia COVID-19 che ha scatenato grande incertez-
         za, stravolgendo la vivibilità degli spazi sia pubblici che privati e generando bisogni nuovi o bisogni che erano stati
         dimenticati a causa di stili di vita frenetici. I flussi interni ed esterni di popolazione, dal punto di vista pianificato-
         rio, hanno portato alla nascita di nuovi comuni, così come all’aggregazione di piccoli comuni in unioni e comunità,
         come da legge n. 56 del 2014.
               Il riuso adattivo dell’ingente patrimonio edilizio esistente, così come una maggiore attenzione verso il rein-
         serimento del ciclo di vita dei materiali nel processo di produzione, dalla scala della città a quella di edificio, non-
         ché una maggiore attenzione nei confronti della resilienza della città come organismo vivente (Cutter, 2016) e la
         gestione del rischio ambientale in tutte le sue fasi (UNISDR, 2015) sono tutti temi prioritari che necessitano di es-
         sere inclusi all’interno della vision di piani, programmi e progetti (PPP).
               Questo porta alcune città a ridefinire la vision del proprio Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC),
         recettive nei confronti di nuovi valori e nuove funzioni: sostenibilità, giustizia climatica, resilienza, città circolare,
         servizi ecosistemici, azzeramento del consumo di suolo, riuso adattivo, sono soltanto alcuni di questi.
               E’ ampiamente condivisa l’idea che la città ed il territorio siano dei sistemi viventi “resilienti”, che si evolvo-
         no,  si  adattano e  rispondono  nel tempo  a  perturbazioni  endogene ed  esogene  (Holling,  1996; Meerow et  al.,
         2016). Scelte sostenibili e al contempo resilienti possono facilitare l’adattamento e la trasformabilità dei sistemi
         urbani e territoriali (Elmqvist et al., 2019), entro i margini di sicurezza (Rockstrӧm, 2009). La domanda che si pone
         la Pubblica Amministrazione, insieme ad accademici e professionisti è la seguente: come è possibile mettere in
         pratica politiche decisionali sostenibili, circolari e al contempo resilienti? Einstein affermava “Non si può risolvere
         un problema usando lo stesso modo di pensare che ha creato quel problema”. La letteratura scientifica rilevante


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