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L’angolo delle tesi di Laurea
2. Inquadramento territoriale e storico del sistema
Il comune di Agliè è situato nel territorio del canavese in Piemonte, a circa 40 km da Torino: dal punto di vista pae-
saggistico-territoriale si caratterizza per la varietà del territorio (fig.1) che si distribuisce in parte a ridosso dell’ulti-
ma pendice collinare dell’Anfiteatro morenico eporediese ed in parte nella piana che si apre verso sud. Alla varietà
cliviometrica del paesaggio è legata anche quella dell’uso agricolo del territorio che si connota per lo più in semi-
nativo, prato e pioppeto in pianura e in vigneto, oltre che aree boscate sulle colline.
Le cascine ducali, nate a servizio del Castello di Agliè, rientrano in un sistema di tenimenti, riserve, aziende, poderi
che rappresentano i beni in possesso delle residenze sabaude, delle ville nobiliari, degli ordini religiosi, dei vesco-
vadi e dei feudi [Vinardi, 2015]. La loro principale funzione fu dunque a conduzione agraria, con lo scopo di inte-
grare la produzione umana e il mondo naturale come risorse per la costituzione e la conduzione delle sedi di rap-
presentanza.
La stessa gestione del Castello di Agliè infatti discendeva dalla conduzione agraria del territorio, tramite l’attività di
massari e dagli affittuari delle cascine. Questa fu una prassi definita nel corso del Seicento che ha accompagnato lo
sviluppo e l’accreditarsi delle grandi strutture agricole connesse alle residenze sabaude. Nel 1764 Benetto Maria
Maurizio, Duca del Chiablese, acquistò la proprietà del Castello di Agliè con il parco e tutti i possedimenti circo-
stanti tra cui la “Cascina del Parco” (Lavanderia), appartenente al Marchese San Germano, nonché la Cascina Valle
proprietà del Conte di Agliè e la Cascina Gozzano appartenente alla famiglia Gozzano.
Fu così che le tre cascine unite da un’unica proprietà assunsero la denominazione di “Cascine Ducali” [Antoniono,
1996]. Nel 1769 in occasione del grandioso progetto di riqualificazione del palazzo-villa Agliè da parte del conte
Ignazio Birago di Borgaro, si progettarono nuovi insediamenti e ampliamenti degli edifici adibiti alla gestione agri-
cola. Si trattò di un programma completo che coinvolse tutto il contesto del castello, con una definizione dei colti-
vi, nelle loro componenti di conduzione e edificato. Ne è l’esempio la cascina nuova Allea che entrò a far parte
delle pertinenze in quanto sfondo prospettico al parco (fig.2).
1.1. Cascina Mandria
La cascina Nuova dell’Allea (attuale Mandria) venne progettata tra il 1772 e il 1773 su disegni e istruzioni di
Birago di Borgaro, a servizio del Duca del Chiablese [Comoli, Vanelli, 2015]; il nuovo allestimento territoriale voluto
dal progettista reinventava il rapporto territoriale tra aree riservate al loisir e i coltivi con finalità scenografiche con-
nesse alla qualità architettonica della facciata, creando polarità nuove nel cosiddetto “parco aperto” che sarà ulte-
riormente valorizzato nel primo Ottocento. L’importanza che questa riveste come testimonianza esemplare di edifi-
cio rurale a corte settecentesco è accresciuta dal suo posizionamento come fondale prospettico di un asse trasver-
sale al parco.
I due motivi di forte interesse di questo manufatto furono:
la collocazione a livello di progetto territoriale nel contesto del Parco del Castello di Agliè;
l’architettura della facciata, che appare al fondo di un viale, che funge da quinta scenografica verso il contesto
del parco.
La cascina Mandria è definita tale perché rientra nella tipologia di casa a corte chiusa (fig.3) organizzata attorno a
un grande spazio centrale quadrangolare in cui si sviluppa il fulcro dell’attività del complesso ducale. La struttura è
caratterizzata da un volume a U e possiede una facciata monumentale che si trova a lato nord-ovest; è un corpo
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