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Rubriche
QUADRO DI INSIEME DELLE FONTI ENERGETICHE
MONDIALI
di Riccardo Varvelli
Politecnico di Torino
Augurando : “lunga vita” alla nuova iniziativa della Associazione Georisorse e Ambiente, ritengo utile di fare il
quadro delle fonti energetiche mondiali alla fine del 2018. Da tale quadro nelle prossime pubblicazioni prende-
rò lo spunto per analizzare i cambiamenti in corso, individuare le ragioni di tali mutamenti e anticipare le pro-
babili conseguenze climatiche derivanti da essi.
Non ho difficoltà a non tacere la mia età dichiarando che è oltre 40 anni che collaboro editorialmente con le
pubblicazioni della Associazione Georisorse e Ambiente (in parallelo alla mia attività magistrale universitaria)
dai tempi (anni settanta del secolo scorso) in cui la Rivista era solo un bollettino dal titolo: “Suolo sottosuolo”
della Associazione Mineraria Subalpina (che contribuii a fondare con il Prof. Lelio Stragiotti) fino a quando e
dopo che assunse il titolo ufficiale di “GEAM”.
Da sempre mi sono cimentato in analisi storico statistiche ed in previsioni (alcune delle quali dimostratesi vali-
de); temi che intendo proseguire con “Pangea”.
In questi decenni ho combattuto, spero utilmente per la scienza, contro falsi allarmi ed errate previsioni circa il
prossimo e definitivo esaurimento di alcune fonti energetiche (ed in particolare di quella petrolifera) che siste-
maticamente da alcuni decenni sono oggetto di drammatici ed apocalittici annunci enfatizzati da strumenti
giornalistici non sempre preparati e da fonti petrolifere non ben informate che sconcertano l’opinione pubbli-
ca ed il semplice cittadino.
A questo riguardo già nel Dicembre 1978 sul Notiziario “Suolo sottosuolo” scrivevo: “Nel 1971 il gruppo di stu-
dio diretto dal Prof. Meadows che operava nell’ambito del Massachusset Institute of Technology giunse alla
drammatica conclusione che il mondo avrebbe esaurito le scorte di Petrolio in 23 anni e quelle del gas naturale
in 18 anni; mentre per contro le previsioni sul Carbon fossile assicuravano una disponibilità di 2.500 anni”.
La durata delle riserve era calcolata sulla base di un aumento del fabbisogno mondiale di energia del 4 – 5%
all’anno. Quasi cento anni prima un “reportage” da New York pubblicato sulla Gazzetta Piemontese (in data
1/10/1878) aveva – sullo stesso argomento – affermato testualmente: “Gli scienziati hanno detto che tra alcuni
anni ci verrà a mancare il Carbon fossile, ma non così avverrà per il petrolio.
Se è vero che sia il Carbon fossile che gli idrocarburi naturali sono sostanze a quantità finita e quindi sui tempi
lunghi non è facile realizzare possibili previsioni di esaurimento nei loro confronti, è altrettanto vero che qua-
lunque previsione sulle risorse e sui consumi energetici che proceda senza riferimenti economici e tecnologici
ha molte probabilità di non risultare valida”.
A dimostrazione della difficoltà a fare previsioni affidabili e limitatamente al petrolio, nel mio libro: “Petrolio e
dopo?” (Ed. Etas 2003) scrivevo su alcune previsioni errate circa “la fine” del greggio in Stati Uniti:
- Anno 1910 Servizio Geologico USA: fine entro il 1930
- Anno 1939 Dipartimento interni USA: fine entro il 1958
- Anno 1951 Dipartimento interni USA: fine entro il 1964
e per contro aggiungevo: oggi (2003) c’è Petrolio in USA per almeno i prossimi cinquant’anni.
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