Page 60 - C:\Users\Utente\AppData\Local\Temp\msoF529.tmp
P. 60

PANGEA Numero 8 Anno 2022

         LEZIONI DI LAVORO. DALL’IMPATTO DEL DIGITALE A NUOVE PROSPETTIVE


         Ing. Pietro Jarre



         Il 10 febbraio 2022 si è tenuta una delle Conversazioni in Biblioteca organizzate dal DIATI, soggetto: impatto del di-
         gitale – è ora di cambiare”. Importante soggetto, a mio avviso, perché foriero di idee per nuovi sviluppi, lavoro e
         prospettive di una società migliore.

         Per gli studiosi e i professionisti del territorio e dell’ambiente, i soci di GEAM per esempio, queste ultime decadi
         sono state di grande cambiamento: lo studio, il progetto sul territorio si è aperto, ed è stato a volte stravolto, alle
         istanze sociali e a quelle economiche. Cito spesso questo esempio: nei ’70 mi insegnarono che per collegare due
         punti A e B nel territorio con una strada la chiave stava nel guardare alle possibili soluzioni tracciando ipotesi con
         compasso sulla mappa a curve di livello. Si faceva il tracciolino, e questo indicava la miglior soluzione. Nessuno oggi
         potrebbe ragionare in questo modo “tecnico”, perché tra A e B ci stanno ambienti, popolazioni, storie, importanti
         quanto la topografia e le sue isoipse.

         Abbiamo vissuto le decadi in cui la spinta dal basso ha sviluppato norme per la valutazione dell’impatto, e l’indu-
         stria - dell’ingegneria, delle costruzioni, della gestione delle infrastrutture – si è adeguata, si è trasformata in un’in-
         dustria migliore, più sostenibile sotto molti punti di vista. Rimane molto da fare, ma dalla strada tracciata non si
         torna indietro– guerra permettendo inclusa (e da Israele al Kosovo ho visto come la guerra interrompa solo tempo-
         raneamente le istanze ambientali e sociali, se ne torna indietro nel tempo di 24 ore).

         Oggi siamo di fronte allo sviluppo tumultuoso dell’uso del digitale; nelle prime decadi si usava per scopi militari, poi
         civili, e dagli anni ’70 anche in ambito tecnico: i sensori elettronici e i data logger producevano enormi quantità di
         dati, i modelli numerici di numeri, e il digitale ci permetteva di capire, o far finta di capire, che tutti quei dati pote-
         vano essere usati e interpretati. Nelle ultime due decadi il digitale ha travolto invece anche l’ambito privato, e tutta

         la nostra vita – dalla culla alla tomba, dal modo in cui si nasce a quello con cui si muore - gli è asservita, nella so-
         stanza e per i valori che sono prodotti: tutto deve servire a accumulare ricchezza e risparmiare tempo.
         Il modo con cui si produce software oggi assomiglia molto al tracciolino della strada: non considera l’impatto gene-
         rato sull’utente – si parla di user experience, ma quella è soprattutto un’altra cosa – sugli individui e sulle comunità
         e società. Non considera quali siano le sperequazioni economiche indotte, né il consumo energetico generato.

         Io penso sia ora di cambiare, e chiedere che l’industria del digitale sia aiutata a evolvere verso un’industria più so-
         stenibile con l’azione collettiva di tutti i portatori di interesse. Mentre non si devono fermare le azioni per un web
         più etico – a partire dall’etica dei produttori di software, poco studiata e poco insegnata – si deve agire anche nei
         confronti della industria digitale, nel momento in cui si pianifica il commercio del digitale.

         Penso che l’impatto generato da un servizio digitale – che lo fornisca una pubblica amministrazione o un privato,
         che sia un’App o meno – così come l’impatto di un prodotto siano sottoposti a una procedura di valutazione di im-
         patto sociale, economico, ambientale, e sanitario. A livello europeo o nazionale o locale.

         Non sono il solo a pensare in questo modo. Pochi giorni fa – a fine gennaio 2022 - la Commissione dell’EU ha propo-
         sto al Parlamento europeo l’approvazione di una Dichiarazione sui diritti digitali -https://ec.europa.eu/commission/
         presscorner/detail/en/IP_22_452 - molto incoraggiante per tutti quelli cui sta a cuore questo tema. La Dichiarazio-
         ne speriamo sia presto approvata dal Parlamento Europeo, e riguarda i nostri diritti digitali fondamentali, vecchi e
         nuovi:


            -   Il diritto all’accesso e alla banda larga
            -   Il diritto alla educazione civica digitale (non solo alla alfabetizzazione)
            -   Il diritto alla disconnessione


        60
   55   56   57   58   59   60   61   62   63   64   65