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PANGEA Numero 5 Anno 2021

         3. Il crollo
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             Alle ore 12. 22’ 55’’ del 19 luglio 1985  cedette l’arginatura del bacino superiore che crollò sul bacino
         inferiore che a sua volta crollò.
             Il crollo dell’argine del bacino superiore avvenne nell’arco di 11 secondi e il crollo del bacino inferiore
         durò 19 secondi. Dopo altri 26 secondi, 56 secondi cioè dopo l’inizio del crollo, si ebbe la distruzione com-
         pleta dell’abitato di Stava. Dopo 1’50” dall’inizio del crollo la colata di fango raggiunse la periferia nord di
         Tesero e si ebbe la distruzione degli edifici della via Mulini a Tesero.

             A 2’49” fu registrata la collisione della massa di fango con il ponte “romano” e il ponte sulla strada
         statale che attraversa Tesero. La distanza complessivamente percorsa fino a questo punto fu di 3,3 km. La
         massa fangosa si incanalò quindi nella stretta fessura a valle dei ponti di Tesero e raggiunse la valle dell’A-
         visio. Il percorso complessivo dalle discariche alla confluenza del rio Stava con il torrente Avisio fu di circa
         4,2 km.
             La massa fangosa, composta da sabbia, limi e acqua, scese alla velocità di quasi 90 km/h (23 m/s) e
         spazzò via persone, alberi, abitazioni e tutto quanto incontrò lungo il suo percorso.

             La colata di fango provocò la morte di 268 persone e il ferimento di altre 20, la distruzione completa
         di 3 alberghi, di 53 case d’abitazione e di 6 capannoni; 8 ponti furono demoliti e 9 edifici gravemente dan-
         neggiati. Il maggior numero delle Vittime fu recuperato nelle prime ore, la ricerca delle salme si protrasse
         per tre settimane.
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             Dalle discariche fuoriuscirono circa 180.000 m  di materiale ai quali si aggiunsero altri 40-50.000 m
         provenienti da processi erosivi, dalla distruzione degli edifici e dallo sradicamento di centinaia di alberi.
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         Uno strato di fango tra 20 e 40 cm ricoprì un’area di 435.000 m  circa.
             La catastrofe della Val di Stava è, per numero di vittime, uno fra i più gravi disastri avvenuti al mondo
         per il crollo di bacini di decantazione a servizio di miniere (Fig. 10).






























                                Fig. 10. A valle di quello che pochi minuti prima era l’abitato di Stava.





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          L’esame del sismogramma di Cavalese fatto dai Periti d’ufficio del Tribunale documenta il tempo impiegato dalla colata di
         fango per percorrere la valle di Stava. L’esame fu confermato da un gruppo di studiosi giapponesi che visitò Stava nel settem-
         bre 1985 e curò una pubblicazione sul crollo della discarica di miniera di Prestavèl (Muramoto et al. 1986).


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