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PANGEA Numero 6 Anno 2021
L’ACQUA NASCOSTA NEL NOSTRO CARRELLO DELLA SPESA
THE HIDDEN WATER OF OUR FOOD BASKETS
Carla Sciarra, Marta Tuninetti, Benedetta Falsetti—Politecnico di Torino
carla.sciarra@polito.it, marta.tuninetti@polito.it, benedetta.falsetti@polito.it
Lanciato il portale interattivo che rende fruibili i risultati del progetto europeo CWASI sulla risorsa idrica nel sistema
alimentare globale
WaterToFood: A new interactive website was launched to disseminate the results of the European project CWASI on
water resources in the global food system.
C’è un’acqua nascosta all’interno dei cibi che consumiamo, ed è l’acqua virtuale. Infatti, ciascun bene, prodotto o
servizio di cui usufruiamo richiede acqua per essere processato. È il caso dei vestiti, della tecnologia, o di un taglio
di capelli dal parrucchiere. Ma l’acqua impiegata nella produzione di cibo, e quindi in agricoltura, conta più del 70%
del consumo delle risorse idriche di acqua dolce al mondo. Il consumo di tali risorse può essere tracciato lungo la
catena di produzione, da cui si ricava il valore di impronta idrica di un bene, che misura il quantitativo di acqua nec-
essaria a produrre il bene finale nelle mani del consumatore. L’introduzione del concetto di impronta idrica si deve
al professor Tony Allan, che ne delineò le specifiche nel 1993. Da allora, un sempre più cospicuo numero di ricerca-
tori e ricercatrici si sono appassionati al tema, con contributi scientifico-letterari sempre più importanti e mirati a
capire come le risorse idriche siano sfruttate per sfamare una popolazione mondiale in aumento. L’impronta idrica
e il consumo di acqua virtuale dipendono da una lunga serie di fattori. In primis, il tipo di coltura, che determina la il
quantitativo di acqua necessario all’accrescimento della pianta e alla produzione di frutti. Seguono il clima e le
caratteristiche pedologiche dei terreni di coltivazione, che sono specifiche della zona di produzione e da cui pos-
sono dipendere cambi nella richiesta idrica delle colture. E ancora, la capacità tecnologica del paese di produzione,
che se elevata, determina l’ottimizzazione della capacità di produzione con un ridotto consumo e spreco di acqua.
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