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Rubriche

         Infine, le capacità economiche e la richiesta di cibo da parte della popolazione, che cambiano l’impronta idrica pro-
         porzionalmente alla produzione di beni.

         Tra i tanti esperti che si sono dedicati alla caratterizzazione del problema dell’impronta idrica, nel panorama ac-
         cademico italiano figura il Prof. Francesco Laio, attualmente Direttore del Dipartimento di Ingegneria per l’Ambi-
         ente, il Territorio e le Infrastrutture del Politecnico di Torino che, nel 2015, vinse uno dei più ambiti finanziamen-
         ti, ovvero quello del Consiglio Europeo per la Ricerca (European Research Council). Affrontare la scarsità d’acqua in
         un mondo globalizzato (CWASI dal suo titolo in inglese) è la denominazione del suo progetto, in cui tutte le compo-
         nenti del problema dell’impiego delle risorse idriche sono state caratterizzate e delineate attraverso la ricerca con-
         dotta da Laio, colleghe e colleghi. Il problema dell’acqua virtuale non si limita ad un problema di impatto ambien-
         tale, ma è multidimensionale: economia, società e ambiente si intersecano in modo non banale.

         Partiamo dai cereali. Ogni anno al mondo vengono prodotti in media 3 miliardi di tonnellate di cereali (dato FAO-
         STAT del 2019), bene primario per sfamare la popolazione mondiale. Di queste tonnellate, circa il 16% (dato FAO-
         STAT del 2019) è coinvolto nella rete del commercio internazionale, determinando così una dislocazione virtuale
         delle risorse idriche locali impiegate per produrre cibo che viene poi consumato in altri posti del mondo. Non solo
         cereali: i paesi si scambiano ogni anno più di 200 prodotti agricoli (dato FAOSTAT del 2019) determinando così un
         flusso di acqua virtuale che, nascosta dentro container di cibo, può arrivare a contare fino a miliardi di metri cubi.
         Le ricercatrici e i ricercatori del team CWASI hanno valutato come tale rete di commercio internazionale costituisca
         una medaglia a due facce. Da un lato, il commercio permette il soddisfacimento della domanda di cibo da parte
         della popolazione, specie a quelle che vivono nelle zone a maggiore scarsità idrica (ad esempio il Medio Oriente e il
         Nord Africa), con conseguente riduzione dell’impatto della produzione di cibo: produrre un determinato bene in
         una zona del mondo piuttosto che un’altra, potrebbe avere un costo idrico diverso. Dall’altro lato invece, la presen-
         za di connessioni globali per il sostentamento della popolazione mondiale può determinare dinamiche di vulnera-
         bilità quando i paesi si trovano in condizioni di dipendenza idrica e alimentare da altri paesi. Un caso emblematico
         di tali condizioni è la crisi economica che colpì l’Argentina nel 1998. Ora come allora, l’Italia risultava tra i maggiori
         partner del commercio dell’Argentina, specie per il grano. In conseguenza alla crisi, le capacità produttive dell’Ar-
         gentina furono di molto ridotte, determinando una riduzione del grano esportato in particolare verso l’Italia. La
         nostra nazione riuscì a identificare altri partner commerciali grazie ai quali soddisfare la domanda di grano interna.
         Non fu così per altri partner commerciali dell’Argentina, più vulnerabili e meno resilienti da un punto di vista eco-
         nomico, sociale e ambientale.

         Dal punto di vista delle risorse idriche, non tutti i paesi hanno la stessa disponibilità idrica, e il consumo di acqua per
         l’agricoltura  può  innescare  dinamiche  di  sovra  sfruttamento  delle  risorse,  con  depauperamento  delle  falde  ac-
         quifere e delle acque superficiali. La produzione ha un valore ambientale diverso se avviene in una zona a bassa
         disponibilità  idrica,  come  la  Spagna,  o  ad  alta  disponibilità,  come  il  Canada.  Tale  impatto  ambientale  della
         produzione di cibo non si riflette sempre nel valore economico dei prodotti commerciati. Nell’ambito di CWASI è
         stato stabilito che solo i prezzi dei beni per cui esistono dinamiche di competizione e perciò meno nobili, come i
         cereali, sono influenzati anche sulla base della richiesta idrica per la loro produzione. Altri prodotti di nicchia, come
         la vaniglia invece, hanno un prezzo che è determinato esclusivamente da dinamiche di mercato come il monopolio
         e l’oligopolio, trascurando perciò l’impatto ambientale di tale produzione.

         Ci sono molti altri fattori socioeconomici e politici che guidano l'acqua virtuale di produzione, consumo e commer-
         cio, sia su scala locale che globale. La crescita della popolazione è uno dei fattori principali, poiché determina la do-
         manda di cibo nel tempo e nello spazio (per esempio, maggiore è la popolazione da sfamare, maggiore è la doman-
         da; inoltre, i flussi migratori possono determinare cambiamenti nella domanda di cibo a livello locale). A livello po-
         litico, i governi giocano un ruolo chiave attraverso l'istituzione di accordi internazionali, modificando e definendo
         così la rete del mercato globale. La presenza - o l'entrata in vigore - di un accordo commerciale tra due o più paesi
         può avere un impatto sul mercato alimentare, influenzando le connessioni all’interno della rete, la quantità di ton-
         nellate di cibo scambiate, e quindi l'impronta idrica e il commercio di acqua virtuale. Inoltre, molti paesi incontrano

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