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PANGEA Numero 8 Anno 2022

            ecc. (sono le malte idrauliche dell’antichità), e le malte a base di leganti idraulici: sia calce idraulica ottenuta da
            cottura di calcari marnosi a temperature di circa 900°C, sia cemento di tipo Portland da cottura di miscele di
            calcare e argilla a temperatura di circa 1450°C (Pecchioni et al., 2018).


             Le malte possono essere definite anche materiali “litoidi”, in quanto derivano dai materiali litici, ad essi asso-
         migliano e come tali si comportano. È chiaro quindi che solo un’adeguata caratterizzazione (petrografica, mineralo-
         gica, chimica e fisico-meccanica) permette di ottenere informazioni corrette ed utili sulla loro natura consentendo
         la loro identificazione e classificazione. Fino all'inizio degli anni '80 lo studio delle malte storiche era principalmente
         basato su tradizionali analisi chimiche per via umida (Jedrzejewska, 1960; Cliver, 1974; Frizot, 1981; Dupas, 1981). I
         dati ottenuti con tale tipo di indagine fornivano informazioni estremamente parziali proprio per la particolare natu-
         ra delle malte, costituite da un legante ed un aggregato difficili da separare e che a volte presentano la stessa natu-
         ra chimica (es.: aggregato e legante carbonatico). Nel corso degli anni le ricerche condotte hanno evidenziato che la
         scelta delle tecniche analitiche più appropriate dipende sempre e comunque dalle domande a cui si deve dare una
         risposta e anche dalla quantità di materiale disponibile (Matteini & Moles, 1984; Amoroso & Camaiti, 1997; Pec-
         chioni, 2000).


         Per conoscere una malta è indispensabile indagare quindi i seguenti aspetti:

         ·   le caratteristiche del legante;
         ·   la composizione dell’aggregato e la sua distribuzione nell’impasto;
         ·   la presenza di composti idraulicizzanti;
         ·   il rapporto tra legante e aggregato.

             Una delle tecniche in grado di prendere in esame le caratteristiche petrografiche e mineralogiche sopraelenca-
         te è lo studio microscopico tramite osservazione in sezione sottile. Si tratta di assottigliare il materiale fino ad uno
         spessore di 30 micron in modo che sia trasparente alla luce e osservabile al microscopio ottico in luce trasmessa
         polarizzata (PLM). Le malte possono essere assimilate composizionalmente, tessituralmente ed otticamente a rocce
         sedimentarie come arenarie, calcareniti e brecce per il cui studio infatti, questa tecnica è fondamentale (Figure 1)
         (Franchi et al., 1985; Middendorf et al., 2000; Van Balen et al., 2000; Martinet & Quenèe, 2000; Pecchioni et al.,
         2020).






















            Fig. 1. A sx immagine in sezione sottile (nicols incrociati) di una malta di allettamento, a dx immagine in sezione sottile
                               (nicols incrociati) di una roccia sedimentaria (Pietra Panchina - Volterra).



             L’indagine al microscopio ottico polarizzatore inoltre è in grado di valutare, all’interno del legante, la presenza
         di frammenti che macroscopicamente mostrano un colore biancastro ed una consistenza a volte incoerente definiti
         genericamente “grumi” (Figura 2) (Bugini & Toniolo 1990; Pecchioni et al., 2018; Pecchioni et al., 2020).













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