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PANGEA Numero 8 Anno 2022
In particolare è stato interessante lo studio della malta n. 2 al fine di comprendere la sua elevata coesione
(Figura 7 ) (Cantisani et al., 2002; Drdácký et al., 2013).
Fig.7 Immagine macro della malta n. 2 del Ponte di Augusto a Narni.
Sembra che le ottime caratteristiche di questa malta dipendano dal tipo di legante che mostra una elevata
idraulicità (indice di idraulica di circa 1,2) se confrontato con quello di un cemento di tipo Portland (indice di
idraulica di circa 0,6). Tale idraulicità sembra naturale e non ottenuta con l'impiego di additivi (quali pozzolana,
farina fossile, metacaolino, ecc.) perché non è stata riscontrata alcuna differenza tra la composizione mineralogica
e chimica del legante stesso e quella dei grumi (che rappresentano un frammento di legante puro prima
dell'aggiunta di qualsiasi additivo). I dati chimici danno un'altra informazione utile: l'alto contenuto di Si ed i
rapporti Al 2O 3/SiO 2 e K 2O/Al 2O 3 non sono compatibili con l'utilizzo di un calcare marnoso per la produzione della
calce. Una roccia chimicamente compatibile con i dati osservati, potrebbe essere il calcare selcifero i cui frammenti
sono diffusi come aggregato nell'impasto di malta e che affiorano ampiamente intorno a Narni. I dati ottenuti dallo
studio archeometrico dei carotaggi del pilastro hanno fornito informazioni inedite sulla capacità da parte dei
Romani di confezionare malte con proprietà particolari e molto durevoli, in grado di arrivare ai giorni nostri in
condizioni relativamente buone, nonostante il passare dei secoli e degli eventi catastrofici come terremoti ed
alluvioni.
Le malte del sito archeologico della villa rustica di Pietrasanta
Scavi effettuati nel sito archeologico di Pietrasanta (Lucca) (Figura 8), ai limiti del territorio lunense, hanno
portato alla luce una villa rustica di epoca Romana che ha restituito porzioni di pavimenti in graniglia di marmo, con
tessere policrome sparse, databili al periodo tardo-repubblicano e primo-imperiale. L’impianto pavimentale
presenta alla base uno spessore decimetrico di ciottoli fluviali di provenienza locale disposti in posizione verticale e
parzialmente inglobati, all’estremità superiore, in un livello di malta dello spessore di alcuni centimetri (Figura 9).
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