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GEOMORFOLOGIA E GEOLOGIA


































            Fig. 6. Prelievi indiscriminati di ghiaia e sabbia dall’alveo dei corsi d’acqua possono aumentare la capacità erosiva delle
                                           acque e rendere instabili i piloni dei ponti.


             Le sponde possono essere rafforzate con gabbionate metalliche riempite di pietre o con piantagioni (p.e. sali-
         ci); tali tecniche di bioingegneria ottengono buoni risultati riducendo al minimo l’impatto ambientale.
             Per alleggerire la portata dei fiumi in piena possono essere predisposti bacini di sfogo (casse di espansione) e
         canali scolmatori.
             Non è assolutamente consigliabile tombinare corsi d’acqua che attraversano centri abitati (p.e. il Bisagno a
         Genova) soprattutto se non soggetti a manutenzione (ordinaria e straordinaria) e sottodimensionati rispetto alle
         portate di massima piena.


         3.3 Criticità
             Gli interventi e le difese realizzati nelle aree in frana e nelle zone alluvionabili servono a ridurre il rischio per i
         beni esposti diminuendone la vulnerabilità. Le zone rimangono però pericolose e quindi non adatte all’insediamen-
         to di nuovi edifici.
             Purtroppo, in mancanza di disposizioni chiare da parte dello Stato, le diverse amministrazioni regionali inter-
         pretano in modo diverso la questione e, nella normativa riguardante la pericolosità geomorfologica e l’idoneità
         all’utilizzazione  urbanistica,  fanno  passare  il  concetto che  le  condizioni  di moderata  pericolosità  geomorfologica
         possono essere agevolmente superate attraverso l'adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici (Regione
         Piemonte, 1996). Il fatto più preoccupante è che nelle zone a massima pericolosità nuove opere o nuove costruzioni
         saranno ammesse solo a seguito dell’attuazione degli interventi di riassetto e dell’avvenuta eliminazione e/o mini-
         mizzazione della pericolosità (Regione Piemonte, 1996).
             Si ribadisce con forza che una zona in frana lo è perché il territorio è suscettibile a quel fenomeno, e difficil-
         mente un intervento può modificare tutti i parametri che concorrono a tale suscettibilità. Allo stesso modo, le zone
         limitrofe ai corsi d’acqua sono pericolose perché naturalmente destinate ad essere alluvionate per costituire i fon-
         dovalle alluvionali e le pianure alluvionali; e un argine artificiale o un muro non impediscono la piena, bensì cercano
         di resistere alla piena e spesso non ce la fanno, causando col loro cedimento le inondazioni di zone abitate che rego-
         larmente si ripetono ogni anno nel nostro Paese (Figura 7).














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