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PANGEA Numero 3 Anno 2020

































           Fig. 7. A seguito delle piogge del gennaio 2014, il F. Secchia rompe l’argine destro in località San Matteo (MO), allagando
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                               un territorio di circa 200 km  e causando l’evacuazione di intere cittadine.

         4. Conclusioni

             Bisogna tener ben presente che in alcune zone pericolose dal punto di vista geomorfologico esistono delle abi-
         tazioni (già costruite e, a seguito di interventi e della realizzazione di difese, di nuova costruzione). Come fa il comu-
         ne cittadino a saperlo quando vuole acquistare una casa?
             In alcuni casi, le zone ad alta pericolosità geomorfologica in cui si può andare ad abitare sono comunque se-
         gnalate nei piani regolatori. Ad esempio la Regione Piemonte fa rientrare queste zone ancora nella classe III (la più

         pericolosa), ma nella sottoclasse IIIb2, così definita: a seguito della realizzazione delle opere sarà possibile la realiz-
         zazione di nuove edificazioni, ampliamenti o completamenti (Regione Piemonte, 1999). A volte le cartografie di peri-
         colosità  sono  consultabili  facilmente  on-line,  altre  volte  no,  e  quindi  bisognerebbe  chiedere  un  appuntamento
         all’Ufficio Tecnico Comunale per andarle a consultare. Ma quanti cittadini in realtà si preoccupano della pericolosità
         della zona quando acquistano casa? Penseranno: se si può vendere è sicura. Ad esempio, a Ceva in classe IIIb2 c’è
         perfino la scuola materna: era stata distrutta dopo l’alluvione del 1994 ma subito ricostruita sempre a 10 m dal F.
         Tanaro e di nuovo inondata nel novembre 2016 (Bonasera et al., 2020). L’inserimento della classe di pericolosità
         nell’atto di compravendita di una casa (già previsto per i terreni) è una soluzione che solleva molte resistenze per la
         possibile perdita di valore degli immobili (… e di consenso elettorale), ma è un obiettivo da perseguire comunque.
             In altri contesti, la realizzazione di interventi comporta il passaggio delle aree suscettibili di frana e delle zone
         alluvionabili in classi non pericolose e quindi neanche la consultazione allegata ai piani regolatori potrebbe mettere
         in guardia il comune cittadino. In tal caso, l’unica soluzione consiste nell’assicurazione obbligatoria contro le cata-
         strofi naturali: in tal caso i premi assicurativi in tali zone sarebbero così alti da scoraggiare nuove costruzioni. L’op-
         portunità di un’assicurazione appropriata è una questione affrontata a livello europeo nel Libro Verde sull’assicura-
         zione contro le calamità naturali e antropogeniche (Rif. WEB n. 2).
         Finanziamenti: Questa ricerca non ha ricevuto finanziamenti esterni.

         Conflitto di interesse: Gli autori non dichiarano alcun conflitto di interessi.

         Bibliografia
         Benini, G., 1990. Sistemazioni idraulico-forestali. UTET, Torino.
         Bonasera, M., Ferrero, A.M., Fubelli, G., Masciocco, L., Nocera, A. e Viviani, E., 2020. Pericolosità idrologica della
             Città di Ceva (CN), in Atti del Seminario Nazionale Analisi e attività di mitigazione dei processi geo-idrologici in
             Italia, 29 novembre 2019, Roma,. Supplemento al n. 1/2020 di Geologia dell’Ambiente, SIGEA, pp. 91-98.
         Chow, V.T., Maidment, D.R. e Mays, L.W., 1988. Applied Hydrology. McGraw-Hill Company.
         Desio, A, 1971. Geologia applicata all’ingegneria. Editore Ulrico Hoepli, Milano.


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