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PANGEA Numero 8 Anno 2022
esserlo mostrando la tipica lucentezza (e l’aspetto) della biotite. Trattandosi, poi, di un minerale di forma appiattita
(come tutte le miche), essa condiziona molto il colore del materiale di cui fa parte in funzione di come questo viene
tagliato (Figura 11).
Fig. 11. marmettine di granito Serizzo (Val d’Ossola, Piemonte), un lapideo contenente importanti quantità del minerale
biotite, avente colore nero, forma appiattita, e disposto secondo piani tutti subparalleli tra loro. Si noti la marcata differenza di
colore, e di aspetto complessivo, quando il Serizzo viene tagliato secondo orientazioni diverse: praticamente nero se il taglio è
parallelo alle facce “piatte” della biotite (freccia rossa), e grigio chiaro se il taglio è orientato ortogonale alle facce “piatte” della
biotite (frecce azzurre)
Una famiglia importante di materiali è quella dei marmi verdi, i quali, pur appartenendo alla macro-categoria
dei marmi, non hanno una composizione calcarea, bensì mista calcareo-silicea. Tra i vari minerali che conferiscono
il colore verde ai marmi verdi vi sono l’olivina e il serpentino; essi non sono esclusivi dei marmi verdi e possono esi-
stere anche nei graniti o nelle pietre, ma la loro presenza ha comunque delle conseguenze. Nei graniti che conten-
gono olivina le quantità di feldspato si abbassano sensibilmente e non può essere presente il quarzo; poiché feld-
spato e quarzo sono piuttosto chiari, ciò significa che i graniti contenenti olivina sono sempre molto scuri, spesso -
anzi - tendenti al nero perché l’olivina nelle rocce magmatiche è spesso nera, e non verde, come in altre rocce.
Il serpentino, che è presente in natura sotto diverse forme, può essere molto variabile sia per colore che per
aspetto e consistenza. Nei marmi verdi, dove è spesso minerale fondamentale, annovera un’ampia gamma di toni
effettivamente verdi, fino a nerastri, e può essere compatto, ma anche “untuoso” al tatto. In altri lapidei, come ad
esempio i marmi cristallini, diventa invece un minerale accessorio, e può essere anche giallo-giallastro. In un mate-
riale come il Serpentinoscisto della Valmalenco il suo colore oscilla tra un verde vivido e un verde
“smorto” (entrambi comunque scuri), ma conferisce alla pietra alcune proprietà tecniche di eccellenza assoluta
(es.: assorbimento, resistenza a compressione, resistenza a flessione, resistenza al gelo).
Scegliere il colore non significa quindi scegliere solamente un colore; significa scegliere anche dei tipi, delle
proprietà tecniche. E’ importante saperlo.
Consideriamo adesso il caso in cui uno stesso minerale può originare colori molto diversi tra loro. Un ottimo
esempio è dato dalla calcite (CaCO 3), il costituente principale dei marmi cristallini e dei marmi calcarei, nei quali si
rinviene in modi molto diversi tra loro: sotto forma di cristalli a grana finissima (es: Bianco P), in cristalli a grana me-
dia (es: Thassos), in cristalli a grana grossa (es: Blu Star, Rosa Monica); in particelle di grana inapprezzabile ad oc-
chio nudo (es: Perlino, Solnhofen limestone), in particelle sempre a grana finissima, eventualmente frammiste a
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